Olostru, agrivoddu
L'agrifoglio, simbolo dell'inverno e del Natale, è stata considerata una pianta portafortuna ancor prima del Cristianesimo. Si credeva proteggesse
...Avete mai avuto la fortuna di trovare una rosa, capofila in un filare di un vigneto? Se la risposta è positiva, considerativi dei privilegiati, perché quella rosa non è solo bella e profumata ma è anche la guardiana della salute della vite.
Gli antichi sapevano che la rosa è una pianta molto delicata e piantarla nei pressi della vite li aiutava a capire se il vitigno poteva essere aggredito da malattie come lo iodio (il mal bianco) o la peronospora.
Ora gli studi confermano che la rosa si ammala in anticipo rispetto alla vite, solitamente una settimana prima, dando la possibilità al contadino vignaiolo di intervenire con irrorazioni a base di zolfo o ramato.
Andata in disuso con il mutare delle tecniche agrarie e di allevamento della vite, questa pratica antica è stata ripresa da molti vignaioli nostalgici e soprattutto molto attenti a cicli biologici naturali, nella consapevolezza che un paesaggio fiorito giova all'immagine territorio e alla produzione del buon vino. Non è difficile quindi percorrere le strade sterrate che costeggiano i vigneti e sentire il profumo della vite insieme a quello delle rose. I loro colori inizialmente si mimetizzano armoniosamente e più ci si avvicina, più l'immagine prende forma, regalandoci emozioni inedite.
Nella tradizione gastronomica sarda il mirto è un piccolo arbusto che regala bacche e foglie perfette per aromatizzare diverse carni come il porchetto arrosto, il pollame arrosto o bollito. L'uso del mirto come aroma per le carni è presente anche nella cucina spagnola, a conferma dell'influenza ispanica nella cultura e ne