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Archimissa, Ispigula areste, Spigu

LavandaIn primavera, nella macchia mediterranea più selvaggia, tra il cisto e il lentisco, spuntano i fiori viola- bluastri d

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Carnevale, ogni dolce vale

Casalinghe disperate... mai♥

Agnello al forno con patate

gregge

La Sardegna è una terra antica, che continua a tenere vive tradizioni secolari, attraverso atti concreti. «Sa Paradura» dei pastori sardi ne è un esempio. É un'antichissima forma di mutuo soccorso, un simbolo di unione e solidarietà tra gli allevatori. 

Spesso gli eventi o le calamità naturali arrivano inaspettati e sorprendono tutti, senza fare sconti a nessuno. Ed è in questi momenti che lo spirito altruista dei sardi si manifesta: i pastori cedono un loro capo ovino per ricostituire il gregge di chi lo ha perso, oppure forniscono foraggio e mangime per gli animali. Nessuno si tira indietro. Oltre al dono, offrono una benedizione, quale simbolo di un nuovo inizio per tutti. 
La Paradura si fa da secoli, e chi vive di pastorizia, in montagna o a valle, continua ancora oggi.

InsulaGolosaRicette, per onorare questi uomini valorosi nell'animo, propone un piatto pastorale, l'agnello al forno con patate, s'angioni arrustu cum patata, semplice e gustoso, ottimo in tutte le occasioni.

 

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Agnello al limone

agnello al limoneLe greggi si spostano silenziose nei verdi campi della macchia mediterranea. Solo il tintinnio dei campanacci e l'abbaiare dei cani pastore, rompono il lungo silenzio.
Tutto è calmo, ma nel cuore del pastore qualcosa si agita. Sa che è tempo di cambiamenti. La bella stagione non è molto lontana ma le giornate sono ancora troppo corte. Il sole sparisce presto dietro il profilo delle montagne. Temporali e gelate inaspettate sono lì che lo aspettano. Però è sicuro che rientrando a casa sentirà i profumi della cucina che gli augurano il benvenuto.

InsulaGolosaRicette in questa pagina propone un secondo piatto realizzato l'agnello al limone, un piatto colorato e profumato di aromi e di essenze locali, molto semplice da replicare.
Buon appetito ♥

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Agnello arrosto alla sarda

Agnello arrosto

E’ un po’ strano pensare di non aver conosciuto i miei nonni se non Nonna Totona, così la chiamavano le sue amiche de sa Costera a Iglesias. Non ho conosciuto neanche Nonno Attilio, suo marito. Così come Nonna Chiara e Nonno Giovanni, i genitori di mia mamma. Ma i ricordi non mancano, sono stampati nella memoria dai racconti e dalle immagini della mia famiglia.

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Agnello con carciofi

agnello-carciofi

La Sardegna è una terra misteriosa. Il suo paesaggio è una distesa di prati e di foreste, dove anticamente gli unici viandanti erano i pastori. Portavano le greggi dai monti del Gennargentu, molto fredde in inverno, fino ai pascoli  pianeggianti del Campidano e del Sulcis Iglesiente, molto più miti e fertili. Vestiti di orbace, i pastori camminavano in silenzioappoggiandosi ad un bastone di olivastro; la loro unica compagnia erano i cani fonnesi e le pecore di cui conoscevano ogni particolare. Durante le lunghe notti, lontani da casa, i demoni andavano a far loro visita e li tentavano con perfide promesse. Solo il bastone di olivastro, intarsiato di demoni come loro, li sapeva allontanare. Così passavano i mesi e le stagioni, in un rito chiamato della transumanza che è stato praticato nell'isola fino ad qualche decennio fa. 

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Brasato di cinghiale

Brasato di cinghiale

Sta arrivando la bella stagione e le gite fuori porta, con pranzo in un agriturismo, sono appuntate nel nostro taccuino digitale con tre stelle.
Solo a pensarci mi viene il buon umore. Dopo un inverno un po' troppo lungo, mi sembra di sentire i profumi e mi sale l'acquolina in bocca:
Malloreddus al sugo di lepre,  Cinghiale alla cacciatora, Coniglio selvatico al forno... per non parlare dei contorni e dei dolci.

Ce n’è per tutti i gusti. Io preferisco i piatti particolari, quelli più difficili da replicare a casa, come la selvaggina. 
 

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Coniglio con finocchietto e patate

Coniglio patate e finocchiNella cucina tradizionale le patate e le erbe aromatiche sono considerate ingredienti primari per tutte le pietanze locali. Le patate vengono coltivate negli orti come si faceva nel secolo scorso prediligendo quelle bianche e gialle perché più facili da curare.

Le erbe aromatiche invece si trovano facilmente in natura anche se ultimamente sta dilagando la moda delle erbe aromatiche in vaso. Il finocchietto selvatico è il più utilizzato perché sempre bene si abbina agli altri ingredienti, grazie al sapore e al profumo che conferisce alle pietanze. I suoi rametti con i ciuffi, si raccolgono in primavera e sono tradizionalmente usati per insaporire le carni e le zuppe. I semi, invece, vengono fatti essiccare e utilizzati per aromatizzare formaggi, salumi e olive e per conferire un aroma particolare al pane e ai dolci

InsulaGolosaRicette riscopre questi ingredienti e suggerisce una ricetta tipica a base di carne di coniglio, facilmente sostituibile con altre carni bianche come il pollame, il maiale o la lepre.

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Coniglio dorato del nonno

coniglio doratoSpesso accade che i bei ricordi ritornano alla mente senza preavviso. Basta un gesto, un oggetto, un luogo ed ecco che una serie di immagini riempiono la mente e il cuore, portandoci indietro nel tempo.

Per noi, amanti del cibo, la cucina è il luogo più frequentato dai ricordi. E' il luogo dell'alchimia dei sensi, tra le fragranze e i profumi dei cibi e dei vini appena stappati. E' il luogo del fare e dei sapori che legano le persone; è il luogo degli incontri e dei saperi che rimangono nell'anima.

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Fettine di maiale al vino

maiale al vino I profumi della cucina iniziano a sprigionarsi ancor prima di arrivare in pentola. Distese di essenze, di erbe, di piccoli alberi profumati disegnano la macchia mediterranea sempre pronta a regalarci una o un'altra specie in qualsiasi periodo dell'anno.

In autunno la macchia si fa sorprendere dal  finocchio selvatico e dai corbezzoli rossi, in inverno dal mirto e dall'alloro, in primavera si rivela con la menta, il timo, la cicoria selvatica e in estate con l'erba cipollina e la salvia.

Sicuramente non tutte le nostre nonne conoscevano il termine Alimurgia che fu coniato nel 1700 dal medico fiorentino Giovanni Targioni-Tozzetti e dal quale deriva il termine Fitoalimurgia ovvero lo studio delle piante a scopo gastronomicoMa è certo che conoscevano le erbe e le piante spontanee e ne facevano grande uso. 

Andare per le campagne, fare lunghe passeggiate è uno dei miei passatempi preferiti. Influisce positivamente sul mio umore e mi rigenera ogni volta. Raccogliere le erbe non è semplice, e spesso rischioso, ma se ci approcciamo con prudenza e con rispettosa voglia di imparare, anche i gesti e gli antichi rituali, in armonia con la natura, possono prendere nuovamente vita.

 

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Fiori di zucchine in pastella

fiori zucchina

Ogni mattina la luce del sole illumina le montagne e le valli. Lentamente scende sulle pianure, sugli specchi d'acqua dei piccoli laghi fino ad arrivare alle rive dei fiumi. La sera si nasconde silenzioso dietro l'orizzonte e aspetta un nuovo giorno.

In primavera, negli orti dietro le case, i suoi raggi solleticano le verdure; tra le turgide foglie si intravvedono fiori di ogni colore. Ma i più vanitosi sono i fiori di zucchina, gialli come il sole sardo, sbocciano invitando lo sguardo dell'osservatore. Le loro corolle si aprono leggere, al tocco sono quasi vellutate e profumano di dolcezza e di freschezza.

Il loro aspetto è tutta una promessa, infatti sono un toccasana per la nostra salute: diuretici, rinfrescanti e ricchi di vitamina A, si consumano crudi, al pesto, fritti ed anche al forno. 

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Gallina con il mirto

pollo_mirtoNella tradizione gastronomica sarda la gallina ha sempre avuto un posto d'onore. Fino a qualche decennio fa esisteva perfino la gallina di razza sarda, oramai estinta a causa dell'introduzione di altre razze e soprattutto per il cambiamento della società.

Era facile trovarla nei cortili delle case campidanesi o nei stazzi contadini. Razzolavano felici incuranti dei bambini che per gioco le rincorrevano.
Anzi è bene ricordare che tutte le galline che vivono all'aperto sono molto curiose e amano socializzare con tutto ciò che hanno intorno anche se spesso sonnecchiano e fanno le altezzose.
Insomma si comportano un po' come noi, anche se non vogliamo ammetterlo perché nell'immaginario collettivo la gallina è un animale stupido. Ma pure questo è falso.

InsulaGolosaRicette ha rovistato nei cassetti della memoria e ha trovato una ricetta doppia che tutte le nostre nonne ci hanno preparato almeno una volta quando eravamo molto piccoli.

Ha come ingrediente principale la gallina, la quaglia o l'anatra e il mirto, un piccolo arbusto che regala bacche e foglie perfette per aromatizzare, appunto carni bianche, come il porchetto arrosto, e il pollame arrosto o bollitoL'uso del mirto come aroma per le carni è presente anche nella cucina spagnola, a conferma dell'influenza ispanica nella cultura e  nella gastronomia isolana.

Ecco la ricetta della gallina con il mirto, una preparazione per due piatti da portare a tavola, il brodo come primo piatto e la gallina bollita come secondo delizioso.


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Il maialetto arrosto

maialetto sardo

La gastronomia sarda è lo specchio della cultura e i modus vivendi di genti dedite alla pastorizia e all'agricoltura immerse nel Mare nostrum mediterraneum, sorprendente scenario di naturale bellezza.
Semplice e basilare, si vanta di una sola frivolezza, l'uso dei profumi della macchia mediterranea quali il mirto, il timo, lo zafferano e tante altre erbe aromatiche.

InsulaGolosaRicette vi ripropone il piatto più conosciuto e più amato dai sardi e non: il maialetto arrosto, su porceddu arrustu.

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Involtini di carne Is coietas

involtini di carne

Chi ha detto che il carattere dei sardi è riservato, a volte chiuso? Niente di più sbagliato.
La Sardegna è sempre stata crocevia di genti e la grande ospitalità dei sardi ne è una conferma. Chi ha paura del prossimo, non invita alla propria tavola un estraneo.

Nell'isola l'ospite inatteso viene ricoperto di mille attenzioni e soprattutto il suo piatto è il primo ad essere servito. L'ospite, dal canto suo, è attratto dalla gentilezza della gente sarda e raramente non apprezza la cucina antica e arcaica, semplice e saporita.

Oggi InsulaGolosaRicette prepara Is Coietas, involtini di carne con contorno di verdure di stagione selvatiche, una vera delizia per tutti i palati... nostrani e non. 

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Lumache al sugo

lumache sarde

A volte, nelle giornate di pioggia, come oggi, realizzo che non sono mai andata in campagna a raccogliere le lumache. Puntualmente mi riprometto che appena esce il sole, prendo gli stivali e vado alla ricerca degli invertebrati più lenti del pianeta.

Ma, caso vuole, qualcosa di più importante sopraggiunge e dico a me stessa, che ci sarà una prossima volta. 

L'autunno è quasi finito... ops! Ci sarà una prossima volta?

Le lumache, in lingua sarda, hanno nomi fantastici, difficili da ricondurre etimologicamente ad un'unica parola. Il nome cambia a seconda dei luoghi e dei paesi: Sizzigorrusu a Cagliari, Coccoide aCuglieri, Gioga a Florinas, Pizzicrogu a Ghilarza, Pettiazzusu a Nurachi, Vaccacorroso a Orani, Coccois a Nuoro... 

Ebbene sì, noi sardi siamo fatti così: molto ospitali ma anche campanilisti, ovviamente nel senso più positivo del termine! Ma attenzione nel modo di dire comune, i sardi parlano di lumache, riferendosi alle chiocciole e non alle lumache senza casetta. E già questo è un bel dire!

Dalle mie parti, nel Campidano, le lumache, le chiamiamo sizzigorrus per via delle loro piccole corna (corrus) oppure boveris, quelle più grandicelle... 

E non finisce qui, perché ci sono chiocciole, completamente diverse, che chiamiamo is mongettasa, piccoline e marroncine e poi ci sono anche is tapparasa, quelle piccole col tappo. Che dire, troveremo il tempo per riconoscerle e cucinarle tutte.

Intanto in questa pagina di InsulaGolosaRicette vi spiego come preparare Is sizzigorrus in sa bagna, un piatto antico, tipico della vita contadina dell'isola di Sardegna. 
Credo che sia uno dei piatti della tradizione tra i più conviviali perché riunisce intorno al tavolo parenti e amici e li "costringe" a stare insieme per un lungo tempo. 

E perché mai?

Semplice, i commensali per far uscire di casa le lumache devono destreggiarsi con pinze e forchettine, quindi per rompere l'imbarazzo, si raccontando storie di episodi di vita vissuta più che altro inventate, stimolandosi a vicenda e facendo la gara a chi la spara più grossa.

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Lumache gratinate

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Protagonista autunnale delle tavole più glamour è la lumaca, molto amata in Sardegna, tanto che Gesico, piccolo paese nel Campidanese, è stato titolato, capitale della lumaca, grazie a una deliziosa sagra che si tiene ogni anno a ottobre.
Dopo i primi acquazzoni stagionali, consuetudine vuole che si vada per campi alla ricerca di lumache, in dialetto i sizzigorrus o bovaris.

Le lumache escono per nutrirsi solo se la vegetazione è bagnata, infatti non riescono a sopravvivere al sole e passano le ore del giorno ben nascoste in posti umidi, sulle rive dei fossati e sotto la folta vegetazione dove la temperatura si mantiene più fresca e il tasso di umidità è ottimale. Di notte escono per nutrirsi ... e di giorno solo dopo un bel temporale.

Proviamo la ricetta di InsulaGolosaRicette.

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Melanzane al sugo

melanzane sugo

Per superare la fatidica estate sarda, ci vuole un fisico bestiale. Le nostre nonne, mamme e noi medesimi non ci facciamo mancare niente. Sveglia la mattina, non troppo presto. Doccia veloce, asciugamano nella borsa e tanta tanta roba da mangiare nella borsa frigo.

Il vero sardo doc, preferisce approvvigionarsi direttamente dal frigo di casa. Certamente non disdegna una birra o il caffè nei baretti in riva al mare, ma preferisce andare sul sicuro e portarsi da casa pietanze deliziose, seducenti e appaganti, da gustare in compagnia degli amici, anche nuovi.

Sì, perché noi sardi non dimentichiamo mai l'ospitalità, anche verso il vicino (quest'anno un po' lontano) di ombrellone. Diciamo pure che più che virtù è forse un vizio, perché con i nostri beach food vogliamo ingolosire i turisti e sfoggiare la nostra anima sarda. 

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