Cassapanca Sarda

cassapanca sarda barbaricina

La cassapanca tradizionale, Sa Cascia, è forse l’unico vero mobile sardo. Già, diffusa nel Medioevo, nella società pastorale e nomade veniva utilizzata per conservare armi e suppellettili varie, mentre nell'uso più recente diventa un baule che custodisce il corredo della sposa e i beni più preziosi della famiglia. Era presente in ogni abitazione e aveva sempre un posto d'onore nella disposizione dell'arredo. Quando si andava alle sagre delle chiese campestri, veniva utilizzata come baule da viaggio. 

 Sa meri 'e domu, la padrona di casa, arricchiva la decorazione della cassapanca con il copricassacoberibancu, manufatto tessile vivacemente decorato con gli stessi motivi simbolici della cassa. 

Solitamente è costruita in legno di castagno, anche se si trovano esemplari in noce o rovere. La decorazione è scolpita a bassorilievo con la tecnica dell’intaglio. Nella tradizione esistono principalmente due tipi di cassapanca sarda: S'aritzesa di Aritzo, il più conosciuta, alta e stretta (vedi foto in alto a sinistra, Museo etnografico, Collezione Luigi Pilloni, Cagliari), e Sa Lussergesa di Santu Lussurgiu, bassa e lunga (vedi particolari a fine pagina). Si trovano, però anche altri tipi, sparse tra i vari paesi della Sardegna, magari più semplici e di dimensioni più piccole. A casa, abbiamo ancora quella nonna Chiara, proveniente dal Campidano, anche se lei era originaria di Desulo. E' di piccole dimensioni, con un solo rosone centrale e due palme ai lati, pitturata di nero.

Da notare che i decori ad intaglio sono presenti solo nella parte frontale detta Sa Mosta, ossia in bella mostra. Con lo stesso termine veniva indicato il motivo ornamentale del tappeto sardo che presenta stessi simboli stilizzati.
L'apertura è a ribalto all’alto ed è sollevata sempre dal pavimento; poggia su una coppia di supporti o appoggi a foggia di zampa di leone, con grosse modanature di base e due mensole intagliate alle estremità. Tradizionalmente il legno viene tenuto al naturale. In passato, la Cassapanca veniva dipinta con il sangue d’agnello nelle parti laterali, mentre per Sa Mosta si usava il verde chiaro o il turchese vivace. In tempi più recenti si è diffusa l’usanza di dipingerla di nero, pensando che quella tradizionale fosse originariamente scura. In realtà, i manufatti più antichi sono scuri poiché il fumo del camino e della cucina anneriva mobili e suppellettili.

Cassapanca sarda schemaAlcuni documenti del XV secolo citano la cassa sardesca o cascia sardesca, intagliata. Si fa menzione anche di una cassa piana, ovvero liscia. Già da allora esisteva quindi la produzione di cassapanche lisce e cassapanche intagliate, finemente decorate dagli esperti artigiani del legno.
Paolo Melis, esperto di storia della Sardegna, mi ha raccontato di un'usanza praticata fino a metà del secolo scorso.
Ogni anno, prima dell'inverno, arrivavano nel Campidano e a CagliariIs Castagneris, i venditori di castagne delle Barbagie. Portavano dalle loro campagne, non solo castagne, nocciole, noci, ma anche Sa Mosta della cassapanca, solo questa, perché portare la cassa completa era troppo ingombrante oltreché pesante. Era compito, poi, gli artigiani locali costruire le parti mancanti e assemblarle. 

  

tutte le decorazioni hanno un significato simbolico ben preciso.
Generalmente di buon auspicio per la famiglia: salute, prosperità e fertilitàCassapanca particolari

Nelle foto a destra, alcuni particolari della cassapanca di Santu Lussurgiuil sole, la spirale, le clessidre, gli uccelli e diversi motivi floreali.
Sa Cascia, nel suo complesso, rappresenta il viaggio della vita; è l'imbarcazione con la quale si affrontano le onde della vita.  Le onde ci sospingono attraverso l'esistenza. La cassa rappresenta il nostro corpo che custodisce il nostro spirito.

All'interno della delle onde stilizzate c'è il simbolo maschile, di buon auspicio di fertilità. Non dimentichiamo che era la cassapanca faceva parte della dote della sposa e che conteneva tutto il corredo che serviva ai futuri sposi con tutte le intenzioni di creare una famiglia.
Al centro il fiore della vita, il cerchio, la figura perfetta che si apre e si chiude, come il sole che sorge e tramonta, all'infinito. Alle estremità le spirali che rappresentano la nascita, la morte e la rinascita
Le palme, simbolo della fede e ancora una volte, del ciclo della vita. Quando sono sovrapposte e compongono il calice di CristoQuesto  elemento decorativo risale alle manifatture medio orientali (persiane, bizantine, siriane, ecc.) del periodo che va dal VIII al XIII secolo ed è presente in tutto l’artigianato artistico della Sardegna. 
Gli arieti, che fanno da cornice, rappresentano, ancora una volta, la forza maschile. E infine le pavoncelle, il simbolo dell'eternità dell'anima, sono un altro elemento decorativo presenti anche negli arazzi e nelle ceramiche.