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Kastangia burda, Castànza de India

Ippocastano

Nei giardini, nei parchi, nei viali, nelle case cantoniere e nei giardini di scuole o di edifici pubblici si può

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Carnevale, ogni dolce vale

Casalinghe disperate... mai♥

La favola del pastore di tonni

Pastore dei tonni

Un'antica leggenda racconta di un giovane pastore che viveva solo con il suo gregge, sulle scogliere a picco sul mare, a sud ovest dell'isola di Sardegna. Il vento e gli acquazzoni lo avevano tenuto in allarme tutto l'inverno ma finalmente era arrivata la primavera. Il tepore dell'aria e le giornate più lunghe lo mettevano di buonumore. La sua solitudine non era poi così male.

Ogni giorno godeva del profumo dei ginepri, dell'elicriso e del finocchio marino. In cielo i gabbiani volavano sereni e spesso, quando si avvicinava alla spiaggia, riusciva ad intravedere i fratini appena nati, che cercavano di spiccare il volo.

Un pomeriggio di maggio, girovagando con le sue pecore, immerso completamente tra il blu del mare e del cielo, vide qualcosa che increspava l'acqua. Era perplesso, non capiva cosa ci fosse in mare. A sera ritornò all'ovile. Dopo aver rinchiuso le pecore nel recinto, mangiò un po' di formaggio e un tozzo di pane. Era pensieroso. Guardò il cielo.

Le Plejadi si tuffavano nelle luci rosse del tramonto, l'equinozio di primavera era alle porte come ogni anno. Regnava il silenzio più assoluto. Solo la luna gli faceva compagnia. Era molto stanco ma non riusciva a prendere sonno, continuava a pensare all'acqua increspata e a quel movimento così misterioso. Decise così che all'alba sarebbe tornato sul sentiero per guardare meglio il mare.

Si alzò prima del sorgere del sole. L'acqua del mare era immobile, ferma come una tavola. I primi riflessi d'argento iniziavano a dipingere il mare. Esitavano timorosi, poi si fecero più nitidi e illuminarono pesci grossi come barche che guizzavano dall'acqua e correvano veloci in branco, lungo tutta la costa, fin dove la vista del giovane pastore poteva arrivare.L'inquietudine lasciò posto alla gioia. I suoi occhi si illuminarono in un sorriso. Decise che poteva rinchiudere i tonni in un recinto, così come faceva con le sue pecore.

Nacque così la pesca del tonno di corsa con tutti i suoi riti. A dir il vero furono gli arabi i primi a praticare questo tipo di pesca con le reti fisse come recinti. Forse il nostro pastore era uno dei tanti mori che per  secoli hanno vissuto in Sardegna.

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