Scopa mascius, sabina femina, tuvura, Era, Kastanariu, Iscoba
Il paesaggio sardo, in primavera, si veste di tanti colori. Tra la macchia spuntano
...Il limoncello è un liquore di fine pasto, semplice e gustoso a base di limoni. Prodotto in tutto il Mediterraneo, non poteva non avere un posto d'onore in Sardegna, dove ancora oggi si prepara in modo artigianale tra le mura domestiche.
Il sole e l'estate vengono catturati dentro una bottiglia di vetro insieme al profumo del limone, dei fiori e delle sue foglie. Una volta aperta c'è una vera esplosione di aromi, di profumi e di emozioni.
Apprezzato per le sue proprietà digestive e rinfrescanti, il limoncello si può gustare liscio oppure ghiacciato.
Tra le tante paste secche prodotte dalle donne sarde, non possiamo dimenticare gli andarini o sos andarinos, una specialità di pasta di semola di grano duro tipica di Usini, un piccolo paese vicino a Sassari.
Tutto nasce dai campi arati e soleggiati, dal lavoro dei contadini e dalle spighe di grano dorate che vengono raccolte tra i papaveri rossi. Solo con il grano sardo, coltivato secondo le antiche tradizioni, si possono realizzare specialità, degne di essere catalogate tra le eccellenze gastronomiche del mondo.
Insulagolosaricette ripropone la preparazione originale, frutto della fantasia delle donne di Usini: osservando il movimento del girello (in sardo: andarinu, zirellu, girellu) di un bambino che muove i primi passi, le donne hanno riproposto lo stesso movimento sulla pasta fresca e hanno così inventato gli andarinos.
C'è un filo invisibile che unisce le persone: alcuni lo chiamano il filo rosso, io preferisco chiamarlo "Intreccio di fili di seta", perché è un miscuglio di preziosi e delicati fili, dai colori sgargianti: oro, azzurro, rosso, verde... come quelli del costume di Desulo.
Quando ero piccola, mia sorella maggiore ricevette in dono, una bellissima cuffia desulese. Per me era un'attrazione fortissima. Mia madre la teneva insieme al corredo "buono" che portava fuori solo per le feste importanti. Erano questi gli unici momenti in cui potevo toccare e giocare con la piccola cuffia realizzata con i ritagli di seta e il fiocco rosso. Ancora oggi accarezzare quel copricapo mi riporta indietro nel tempo ... a casa mia e a quegli affetti più cari che non ho fatto in tempo a conoscere veramente.
Una linea di intrecci di fili di seta va direttamente a mio nonno materno, Giovanni, nato proprio a Desulo. Per me è una figura leggendaria. Un giovane pastore che a cavallo ha attraversato valli e monti per arrivare fino a sud della Sardegna, nella piana del Cixerri dove si fermato e ha messo radici. In questi luoghi la vita era sicuramente più semplice per un pastore: il clima sicuramente più mite che nei monti spesso innevati dove il freddo avevano sempre la meglio. Sposato con Chiara ancora giovane, così come si faceva un tempo, aveva messo su famiglia, ben 7 figli, così come voleva una legge del tempo. Mia madre è l'ultima dei 7.
La sua vita è stata solitaria, lontano dalla famiglia per seguire il suo gregge, a fargli compagnia solo un sigaro di importazione, l'unica trasgressione che si permetteva. Per il resto solo tanti sacrifici e poco divertimento e per me solo qualche fotografia e aneddoti oramai sbiaditi.
Dedico la rubrica "Intrecci di fili di seta" ai paesi della Sardegna, ognuno dei quali "unico" con il suo costume tradizionale, la sua parlata e la sua cucina tipica.
La dedico a chi sente nel cuore la memoria delle proprie origini e della propria terra, perché le antiche ricette della tradizione sono il mezzo perfetto per ritrovare le proprie radici.
Dopotutto cucinare è un atto d'amore che si ripete e non finisce mai.
Octopus's Garden, Il giardino dei polpi.... è una canzone dei Beatles, scritta da Ringo Starr. L'idea della canzone venne quando Starr era, insieme all'attore Peter Sellers, su una barca in Sardegna nel 1968. Starr ordinò "Fish and chips" (pesce e patate fritte) per pranzo, ma gli offrirono calamari e polpi. Il capitano della nave raccontò loro che i polpi vivevano sul fondo del mare, raccoglievano pietre e oggetti brillanti per costruire giardini sott'acqua.
Chi ha avuto la fortuna di nuotare nei nostri mari può confermare che questi giardini esistono per davvero e sono popolati da creature meravigliose come i polpi che nuotano nell'acqua limpida ondeggiando con i loro tentacoli, quasi fossero dei robot.
I pescatori, custodi del mare, preparano da sempre Su pruppu a insalada, un antipasto con i polpi, molto ricercato sulle tavole di tutto il Mediterraneo. Nell'isola sarda il polpo viene consumato anche in inverno.
La preparazione dell’insalata di polpo a prima vista potrebbe sembrare difficile ma se seguite attentamente la ricetta, di cui sotto, vi accorgerete che è molto semplice e anche i meno bravi in cucina otterranno grandi soddisfazioni nella sua realizzazione.
InsulaGolosaRicette vi ricorda che è un piatto della domenica e delle festività natalizie, quindi onoriamo le feste a tavola rispettando le usanze.
Cerchiamo, soprattutto di consumare polpo locale ma poche volte durante l'anno perché sta diventando un animale a rischio di estinzione.
L'anguilla è uno dei pesci più misteriosi del pianeta. E' capace di sopravvivere tranquillamente in acqua dolce o salata: la femmina, capitone, trascorre buona parte del ciclo vitale in acque dolci o salmastre, ma per riprodursi intraprende lunghi viaggi verso il mare aperto. Può raggiungere la dimensione di un metro e mezzo. Il maschio, ceca, sottile e trasparente, raggiunge la lunghezza massima di 40–60 cm e staziona permanentemente in acque interne o in prossimità della riviera marittima.
In Sardegna la cattura delle anguille è consentita da ottobre a febbraio nel mare territoriale e nelle acque interne. La taglia minima di cattura degli esemplari è pari a 28 cm di lunghezza totale. Gli esemplari di taglia inferiore non possono essere detenuti, trasportati o commercializzati, per tutelarne la specie.
"Quando a Parigi scoppiava la rivoluzione c’era una cittadina, nella costa nord-occidentale della Sardegna adagiata sulle rive del fiume Temo, dove la regina Maria Antonietta avrebbe potuto pronunciare una frase del tipo: “Non hanno pane? Mangino aragosta!”, senza correre il rischio di perdere la testa. Perché davvero a Bosa c’è stato un tempo in cui l’aragosta era il cibo dei poveri, talvolta l’avanzo del pescato che i pescatori tenevano per sfamare se stessi e le loro famiglie.
Metti una sera a cena con gli amici più cari. Metti la battigia sulla spiaggia col sole che tramonta dietro l'orizzonte. Metti che tutti hanno un certo appetito... metti che qualcuno ha già in mano una birra artigianale e la sorseggia sorridendo...
Metti che è il momento di prendere il cestino intrecciato di asfo