Kastangia burda, Castànza de India
Nei giardini, nei parchi, nei viali, nelle case cantoniere e nei giardini di scuole o di edifici pubblici si può
...Poveri marinai, gliene dicono di ogni: «Marinai, donne e guai», «Promesse da marinaio», «I marinai baciano e se ne vanno», lasciandoci immaginare una vita in mare piena di avventure e spensieratezza. Ma il mare, come la vita, non è sempre calmo; un proverbio sardo dice: Su marineri si bie(de) in sa burrasca ovvero il marinaio si riconosce nella burrasca, intendendo che per affrontare la vita, bisogna avere talento.
La primavera è il tempo di raccolta, dopo la semina invernale. Ma nei campi c'è chi sta seminando in un modo tutto speciale. Svolazza di qua e di là, da un fiore all'altro, incurante del tempo che passa, inebriando gli spettatori con musiche arcaiche e rilassanti. Chi saranno mai questi contadini instancabili? Niente di meno che dei piccoli insetti, gialli e neri, che ci regalano uno dei cibi più preziosi delle nostre tavole: il miele.
A sinistra: Manoscritto arabo del 1224 sulla preparazione di medicinali a base di miele
L'ape va in cerca dl polline, o polvere fecondante dei fiori, si poggia su di un fiore, spingendosi entro al calice, dagli stami stacca il polline, che si appiccica anche fra i peli del suo corpo; si ritira un po' all'infuori, e colle zampe anteriori si spazzola il capo, e lo inumidisce per impastarlo fino a formare due pallottoline che spinge tra i peli delle zampe mediane colle quali recupera l'altro polline che è sparso sul il torace e lo fa aderire alle pallottoline di già incominciate. Col terzo paio di zampine riunisce il restante polline sparso al di sotto e al di sopra del ventre e delle ali, alle pallottoline. Il terzo paio è fornito di un ciuffetto di peli a guisa dispazzola, e di una cavità denominata cestella o bacinetto in cui l'ape con parecchi colpi vibrati passa le pallottoline di polline. Questa operazione è rapida, e la l'ape ripete finché tutto il polline non sia esaurito. Giunta all'alveare deposita le pallottoline in una cella per lo più d'operaia utilizzando tutte le zampe fino ad utilizzare il capo per comprimere le pallottoline e unendovi all'uopo un po' di miele.
Le api raccolgono il miele ed il polline dei fiori della stessa specie per non perdere l'equilibrio, tant'è che le pallottoline hanno uno stesso colore, e a anche lo stesso peso. Da qui tutte le diverse qualità di miele, di corbezzolo, di eucalipto, di mirto, di cardo, di erica, tipiche della macchia mediterranea, tanto amate dai sardi.
Nelle sere d'inverno, davanti al camino con il fuoco acceso, non c'è niente di meglio che riproporre i colori e i sapori dell'estate, gustando le ciliegie sotto spirito. Perfette sopra i dolci, ottime come aperitivo, le ciliegie sotto spirito sono un'occasione di intrattenimento e di convivialità con i nostri amici. Per ottenere un buon risultato dobbiamo utilizzare solo e materie prime locali: ottime le ciliegie di Burcei, rosse e polpose e deliziose quelle di Villacidro, arancioni e perlate, un po' amarognole, buonissime quelle di Desulo. L'acquavite deve essere rigorosamente di vino perché la chiacchiera del gusto si sposa sempre bene con il buon vivere nostrano.
InsulaGolosaRicette propone la ricetta più semplice per affogare le ciliegie nello spirito... nella panna, nel cioccolato e nei dolci tutti.
Una lingua di terra la separa dal mare aperto, è popolata da uccelli selvatici variopinti e da acque salmastre. Soggetta ai capricci della luna, cambia aspetto con le maree. Qui la natura risplende sotto il sole e di sale e i pescatori si fanno custodi involontari seguendo i suoi ritmi lenti; solo al tramonto le sue correnti li riportano a riva, con le barche senza chiglia. Un luogo unico e magico, è il mondo della laguna che regala sapori e profumi inaspettati...
InsulaGolosaRicette ha riscoperto questa magia... ecco ad voi le Linguine alla bottarga, un primo velocissimo e delizioso per risolvere il pranzo o la cena dell'ultimo momento. Buon appetito.
La Sardegna, insieme alla Sicilia, vanta la presenza di alcune tonnare ancora attive nel Mar Mediterraneo. Storicamente le tonnare isolane avevano la massima concentrazione nel mare antistante al territorio del Sulcis. Ogni primavera fino a inizio estate, questo specchio di mare è, ancora oggi, palcoscenico della famosa "corsa" del thunnus thynnus, o tonno rosso. Il re dei tonni, il più grosso pesce azzurro di origine atlantica che compie lunghi viaggi migratori per deporre le uova in prossimità delle coste calde e tranquille del mar di Sardegna. Per questo è chiamato anche tonno di andata, mentre in autunno tonno di ritorno perché torna nell'oceano. La sua qualità è altamente superiore agli altri tipi di tonno, che sono tutti delle sottospecie, anche se di buona qualità.
Filari di piccole piante disegnano gli orti e le campagne lontano dalle città. I loro baccelli verdi contengono un legume tanto amato dai sardi ma anche tanto temuto. Amato perché viene consumato in tanti piatti tradizionali. Temuto perché legato ad una malattia genetica dei globuli rossi, conosciuta come favismo. Il suo nome è “Vicia faba”, la Fava.
Questo dualismo era già presente nell'antichità. Si racconta che Cerere, la dea della terra e della fertilità avesse donato a una città dell’Arcadia i semi di tutti i legumi tranne quelli delle fave, perché una superstizione voleva che nelle fave “dimorassero le anime dei morti”, credenza avvalorata anche da Pitagora e dagli stessi usi sardi, che vogliono le fave secche, tra i doni per le anime nella ricorrenza dei defunti.
Anche i Romani le consumavano, con uova, miele ed erbe varie. In primavera, durante i festeggiamenti dedicati alla dea Flora, protettrice della natura che germoglia, i Romani le gettavano sulla folla in segno di buon augurio. Concluse le feste, però, la fava tornava ad essere considerato impuro e relegato nei riti religiosi per i defunti.
In primavera i fiori delle aromatiche sbocciano felici sotto il sole. I miei preferiti sono quelli blu e viola, i cui colori scacciano la tristezza e portano il buonumore. Ma quali sono le aromatiche dai fiori blu e viola? E' semplice quelle più utilizzate in cucina per il loro profumo e per le loro caratteristiche organolettiche: la menta, il timo, l'origano, il rosmarino.
Non dimentichiamo la salvia, in botanica Salvia Officinalis, una pianta arbustiva della famiglia delle lamiacee, parente stretta delle precedenti aromatiche. E' facilmente riconoscibile dalle foglie, caratterizzate dalla forma ovale allungata e dalla leggera peluria che le ricopre, rendendole di un colore verde tendente al bianco grigio. I fiori vengono utilizzati, in cucina per decorare i piatti, mentre le foglie sono un ingrediente da condimento, utilizzato anche come base per alcuni piatti.
Zippiri, rosmarinu
Il rosmarino è un arbusto perenne, aromatico con foglie allungate e strette, molto verdi nella parte superiore, mentre nella parte inferiore si presentano bianche. Produce dei piccoli fiori lilla con stami e stilo sporgenti. Il periodo di fioritura varia a seconda dell'habitat: in marzo fino luglio nelle zone interne in particolare nelle macchie e nelle garighe; in ottobre fino a febbraio sulle coste. Già gli antichi romani lo chiamavano Ros Maris, rugiada di mare, poiché nasceva spontaneo nelle terre vicino al mare.
Secondo la tradizione il rosmarino è una delle erbe di San Giovanni e la sua raccolta nella notte del 24 giugno proteggeva i neonati dalle Cogas, le streghe, perché aveva il potere di allontanarle. Si diceva infatti che le streghe non sapessero contare oltre 7, quindi si intrattenevano a contare gli aghi di rosmarino e si dimenticavano dei piccoli. Si racconta anche che protegge dagli incantesimi e dai mali d'amore, ma se attraversate un bosco, potrebbe attirare le creature magiche che lo popolano...
Tra gli usi in gastronomia, ricordiamo che il rosmarino è ottimo per aromatizzare le carni arrosto rendendole più digeribili. Si sposa bene anche con pesci, vedi le sardine al forno e la trota al rosmarino. Anche i il sapore dei legumi viene esaltato con l'aggiunta del suo aroma. Tra le ricette più antiche, il delicato liquore con i suoi profumatissimi aghi.
Nelle giornate di pioggia, come oggi, penso spesso che non sono mai andata in campagna a raccogliere le lumache e mi riprometto che appena esce il sole, prendo gli stivali e vado alla ricerca degli invertebrati più lenti del pianeta. Ma, caso vuole, qualcosa di più importante sopraggiunge e dico a
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