slide9.jpg

Sambucu, Sauccu, Scovedu

Frutti di sambuco

Il sambuco, sambucus nigra, è una piccola pianta molto diffusa in tutta Europa e nel Mediterraneo, soprattutto nella macchia e in

...

Carnevale, ogni dolce vale

Casalinghe disperate... mai♥

Anguli de pani

Anguli de pani

pavoncella"La Quaresima era appena iniziata Le feste di carnevale stavano diventando un ricordo sbiadito e la vita scorreva normalmente. Accadde, però, qualcosa di inaspettato: uno sconosciuto si era insinuato nella vita delle persone, così velocemente che nessuno sapeva più come allontanarlo.

Si decise allora di stare tutti a casa, nella speranza che lo sconosciuto se ne andasse improvvisamente così come era arrivato. Le strade, i negozi, le chiese, le scuole erano deserte. Nessuno si poteva avvicinare ad un altro. Le persone si guardavano silenziose dalle finestre delle case. Qualcuno pensò che cantare una melodia dal proprio balcone avrebbe reso meno tristi le persone e così, per poco tempo, il silenzio fu meno assordante.

Intanto la primavera sbocciava nelle campagne, nei giardini, e nei balconi. Nessun umano godeva di questo splendore. Gli alberi fiorivano, gli animali uscivano dal letargo invernale. Si avvicinavano indisturbati. Qualcuno raccontò che lepri e cinghiali circolavano liberi nei parchi cittadini, che si intravedevano i delfini nei porti delle città di mare, e che sulle spiagge le mareggiate avevano portato le conchiglie. La natura seguiva il suo corso come se nulla fosse accaduto.
Solo gli uomini continuavano a stare dentro casa. Ogni giorno era uguale al precedente, e così si perse il senso del tempo, fino a che una piccola Jana/s si accorse che la Pasqua era vicina e ricordò una canzone che le Janas più anziane, le cantavano spesso. La canzone diceva che ...dopo ogni notte, sorge l’alba e che dopo ogni tempesta torna sempre il sereno. Pensò che era arrivato il momento di preparare il pane pasquale, simbolo della rinascita e della vita che risorge; un dono per rendere grazie al divino e a madre terra, un buon auspicio per una vita nuova".
pavoncellapavoncellapavoncellapavoncellapavoncella

A Pasqua, nell’isola di Sardegna, è tradizione preparare il pane pasquale. Con la semola e la farina di grano duro si confeziona una sorta di cestino di pane che contiene uno o più uova sode all'interno, quale simbolo della fertilità e della rinascita della natura e del divino.
Nel Campidano lo chiamano su Coccoi con su ou, mentre nel centro Sardegna, Angúli de pani.
Le donne fanno a gara per confezionare il pane più bello con decorazioni delicate e minuziose: animali, fiori, cuori, trecce impreziosiscono un cibo semplice facendolo diventare un gioiello. 

Sara, la nostra Casalinga disperata... mai ♥ memore delle tradizioni della sua famiglia e del suo territorio, ha preparato l'Angúli de pani, il pane pasquale dell'Ogliastra, dalle forme diverse, ognuna con un particolare significato antropologico e culturale.

InsulaGolosaRicette ringrazia ♥

 

ANGULI DE PANI
Pane con l'uovo 

Ingredienti
3 kg di sfarinato (semola, farina, granito di grano sardo) 
1,5 litri di acqua di fonte 
30 g di lievito a birra
40 g sale
uova freschissime

Preparazione

Impastatrice legno

Impastate lo sfarinato con il lievito sciolto in un po' d'acqua tiepida con una macchina per il pane oppure manualmente dentro un recipiente di terracotta, sa scivedda o sa impastera. Aggiungete l'acqua tiepida rimasta, a cui avete aggiunto il sale, all'impasto, un poco alla volta. Amalgamate bene e appena l’impasto prende corpo, potete iniziare la lavorazione. Trasferite l'impasto in una macchina in legno con il rullo come quella della foto a sinistra. Questo strumento, anticamente, era azionato con la sola forza delle braccia, ora viene azionato con la corrente elettrica. La lavorazione dura una mezz'ora e serve per "carasiai" l'impasto, ossia per dargli ossigeno, dargli aria, e anche sbiancarlo. Tenete conto che le farine antiche di grano duro sardo non sono raffinate, quindi il colore non è bianco. 
Rovesciate quindi l'impasto liscio e compatto, nuovamente nel recipiente di terracotta, copritelo e mettetelo a riposare per circa un'ora e mezza. Trascorso il tempo, dividetelo in cilindri allungati. Lasciateli riposare per 5 minuti, giusto il tempo per far saldare la maglia glutinica. Le nonne dell'Ogliastra dicevano "Su tempusu de calai a mari e si buffai una tassa de abba" ossia "il tempo di andare al mare a bere un bicchiere d'acqua", insomma poco tempo se vivevi vicino al mare.
Prendete il primo panetto e lavoratelo per una mezz'ora, imprimete dei tagli con le forbici o la rotellina dentata. Poi il secondo e così via, fino a terminare tutto l'impasto.
L'incisione dei simboli e dei tagli ha un valore simbolico ma anche pratico. I tagli, infatti, aiutano alla formazione dell'alveolatura del pane. Una volta infornato, il pane raggiunge la massima espansione e quasi esplode nei tagli, grazie alla temperatura di cottura.

Sistemate al centro di alcuni pani, così preparati, un uovo o due, a seconda della forma, poi riponeteli in un cesto, in sardo "canisteddu", ricoperto di panni di cotone leggermente infarinati; copriteli e fateli lievitare per almeno due ore in ambiente caldo, avendo cura di mantenere la temperatura costante. Infornate in forno caldissimo, minimo a 250° C, e fate cuocere per tre quarti d'ora circa, o fino a quando risulteranno dorati.

fasi preparazione

Nella foto (1), il panetto è stato inciso con dei motivi geometrici. I tagli simboleggiano, Gesù, Giuseppe e Maria, la famiglia. Lo stesso pane (2) viene inciso in 5 o 7 parti. Il 5 rappresenta la vita universale e il 7, l'equilibrio perfetto. Non c'è una regola fissa per la divisione in tocchi, l'importante è che sia un numero dispari.

Un altro pane è la treccia, che riproduce "cu cuccaioni" la pettinatura tipica delle donne ogliastrine. La treccia rappresenta la socialità tra le donne della famiglia e del vicinato; l'arte di intrecciare si apprendeva in giovinezza guardando le donne più anziane.
Nelle foto (3), (4) e (5) le fasi di realizzazione della treccia.
Alle sue estremità, nella foto (6), un elemento religioso, il tridente che simboleggia la Santissima Trinità

Nelle foto (7) e (8) un altro simbolo, questa volta legato alla cultura agro-pastorale, l'ariete o muflone, che rappresenta l'energia e il coraggio ad affrontare la vita.

Nella foto 9, un altro tipo simbolo prende forma nel pane, è il cerchio, metafora della perfezione, che unendosi  diventa simbolo dell'infinito

L'ultimo pane (10) è il cuore, che rappresenta l'amore per il divino, per madre natura e per la famiglia.
A dir il vero è anche un omaggio alla passione e alla dedizione delle donne ogliastrine nella realizzazione del pane pasquale.

 

Curiosità: L'angúli de pani, fino a qualche decennio fa, veniva dato in dono ai bambini, la domenica di Pasqua: sostituiva il più moderno uovo di cioccolato 

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta.

Approvo