Dedico questa pagina ai Boschi della Sardegna, da me tanto amati, proponendo un passo dello scrittore Mauro Corona. Nel suo
...Kastangia burda, Castànza de India
Nei giardini, nei parchi, nei viali, nelle case cantoniere e nei giardini di scuole o di edifici pubblici si può ammirare un albero molto appariscente e gradevole, è l'ippocastano.
Originario della penisola Balcanica, in Sardegna fu introdotto all’inizio del 1800 dal Marchese di Vallermosa a Villa d’Orri a Capoterra. Nei boschi e nelle foreste è praticamente inesistente.
Molto simile al castagno, l'ippocastano è un albero caducifoglio maestoso ed elegante, dall'aspetto tondeggiante; può raggiungere i 20-30 metri di altezza con una chioma allungata e ampia, molto ombrosa. Le sue foglie seghettate, sono di color verde brillante nella parte superiore e verde più chiaro in quella inferiore. In autunno assumono una tipica colorazione gialla-rossastra.
L'ippocastano si distingue dal vero castagno, proprio per la forma delle foglie: il castagno le ha semplici, inserite alternate sul ramo, mentre l'ippocastano le ha composte. La sua corteccia è di colore rosso-bruna o grigio scura, molto liscia e quando invecchia si squama in piccole placche. I suoi fiori, ermafroditi, sono riuniti a pannocchie e sono costituiti da un piccolo calice a 5 lobi e una corolla con 5 petali bianchi e fioriscono tra aprile e maggio, regalando uno spettacolo cromatico.
Anche i semi dell'ippocastano che prendono il nome di castagna matta, sono simili alle castagne ma si distinguono per la forma diversa, più sferica. Hanno un sapore amaro e sono leggermente tossici quindi non commestibili. Nel passato venivano utilizzati come mangime stimolante per i cavalli, da qui il nome, che letteralmente significa castagno per cavalli.
Sono diversi anche i frutti, i ricci del castagno sono ricoperti da aculei sottili molto fitti, i frutti dell'ippocastano presentano aculei radi e tozzi.
Si dice che in Sardegna ci siano più pecore che abitanti. Non so se questo sia vero ma è certo che i sardi hanno gran rispetto per le pecore, perché sono fonte di reddito e alimento base della gastronomia tradizionale.
Infatti grazie alla fantasia e alla praticità dei pastori, le par
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