Sternbergia lutea
In autunno la campagna si colora di toni caldi e avvolgenti. Tra i ricci spinosi delle castagne e le foglie
...Tra i pizzi e i drappeggi della tavola degli sposi non può mancare il cosiddetto Coros, il pane degli sposi.
Usanza secolare, ritornata di gran moda anche tra le nuove generazioni vuole che si regali ai parenti e amici la corona di pane decorata con fiori, frutti e uccelli quale buonaugurio per l'unione felice della nuova coppia.
La leggenda racconta che le antiche fate abitanti delle grotte, le Janas, attraessero a loro una giovane fanciulla del paese per insegnarle l´arte di fare il pane rituale. Il primo impasto veniva realizzato nell’intimità della caverna, con purissima acqua di sorgente e farina di grano ell’ultimo raccolto. La lavorazione del pane iniziava a mezzanotte e finiva alla sera con il rintocco delle campane che chiamavano alle preghiera dell'Ave Maria. Le Janas, infine, le affidavano “sa madriga” la matrice, il fermento originario, da tramandare di famiglia in famiglia, con lo scopo di rendere nota a tutti l’origine del pane votivo.
Sono quindi le donne, protagoniste di questo rituale che trova origine nella storia della famiglia contadina dove la trasformazione da grano a pane era custodito gelosamente e spettava esclusivamente alla figura femminile, esponente tra l'altro della grazia e della manualità.
Le donne artigiane del pane, iniziano il lavoro, con tutto il suo carico religioso e atavico, tracciando una croce sull’impasto e recitando parole di scongiuro e augurio. Inizia così la trasformazione dell’impasto informe in corone, cuori, archi, ghirlande, pezzi decorati finemente con fiori, foglie, frutti, uccelli.
La corona è uno dei pezzi più classici del pane degli sposi. Decorata con fiori frutti ed uccelli è ben augurante per l’unione della nuova coppia.
La Sardegna è una terra misteriosa. Il suo paesaggio è una distesa di prati e di foreste, dove anticamente gli unici viandanti erano i pastori. Portavano le greggi dai monti del Gennargentu, molto fredde in inverno, fino ai pascoli pianeggianti del Campidano e del Sulcis Iglesiente, molto più miti e fer
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