slide6.jpg

Pramma agreste, Buatta

palma nana

La palma nanapalma di San Pietro, (nome scientifico Chamaerops humilis L.è un arbusto cespuglioso della macchia mediterranea, con fusto breve tipico nelle

...

Carnevale, ogni dolce vale

Casalinghe disperate... mai♥

Quiete bianca

Se dite Sardegna, pensate immediatamente all'estate e al colore del mare e del sole. Ma scoprirete un altro colore se avete la fortuna di venire in primavera! Penserete al verde dei prati o al blu della macchia mediterranea. Ebbene no! E' il bianco della luce che domina su tutto.

Il sole è già crudele e allo stesso tempo dolce. Illumina e imbianca il paesaggio, creando spazi immensi. La quiete prende il sopravvento e la tranquillità pervade i sensi. L’istinto primordiale conduce alle spiagge di sabbia finissima.
Bianchissime anche le rocce di natura trachitica o le falesie calcaree e i graniti che le incorniciano.

La più celebre spiaggia bianchissima è quella di Cala Luna, bellezza naturale rimasta intatta, nonostante il grande l'afflusso turistico. Il bianco si esalta per il contrasto con le sue acque di colore verde smeraldo e turchese.

Cala Sisine può impressionare al levarsi della luna piena che emana un riflesso etereo nella notte, mentre Cala Goloritzè, dominata da un obelisco naturale, è famosa per le sfumature chiare che si possono ammirare prima che il sole possa nascondersi dietro gli scogli.

Per gli amanti della quiete bianca è inutile fare una lista, l'unico consiglio è seguire la luce.

Bianca come la luce è anche la camicia del costume degli uomini e dei cavalieri delle corse a cavallo. Si chiama Sa ragas è di lino e viene sempre abbinata al gilet, berretto e giacca, come vuole la tradizione pastorale.
I costumi tradizionali maschili e femminili possono essere ammirati in ogni sagra di paese ma in primavera, precisamente il 1° maggio di ogni anno a Cagliari, la Sagra di Sant’Efisio, mette in scena uno straordinario spettacolo di folclore e di grande religiosità, in onore del santo che liberò la città dalla peste nel 1656.
Il Bianco è anche il colore di baballottis (gli incappucciati, senza volto e senza tempo del venerdì Santo ) e del velo che copre il corpo di Gesù deposto, nelle processioni pasquali delle antiche 7 città regie della Sardegna: Castelsardo, Sassari, Alghero, Bosa, Oristano, Iglesias, Cagliari.

La notte, la Sardegna si dipinge di bianco sotto la luce della luna nei siti archeologici: nuraghi, domus de janas, necropoli puniche, torri spagnole dormono silenziosi risvegliandosi solo al mattino al rumore del chiacchiericcio dei visitatori, meravigliati dalla loro bellezza.

Così come sono bianchi i piatti tipici, dai sapori forti e decisi ed al contempo semplici e genuini. Una delle prelibatezze più caratteristiche, il pane carasau detto anche Pan di Musica.
In una terra ricca di pascoli e vegetazione i formaggi locali assumono un sapore ed un aroma fuori dal comune, il sapore della tradizione contadina tramandata nei riti con il susseguirsi delle stagioni e delle... maree. 
Così come si apprezzano i vini bianchi che accompagnano squisiti dolci. Meritano una segnalazione a parte i bianchittos, dolci di forma piramidale friabili, spesso guarniti con mandorle e diavoletti colorati, le casadas, una sorta di yogurt antichi ed i pirichittus, dolci del cagliaritano.

 

Tessuti bianchi con acini d'uva

Uno dei simboli dell’artigianato sardo è la tessitura su telai tradizionali. Fin dall'antichità in Sardegna si realizzano tessuti per tappeti, tendaggi, tovagliati e biancheria. La lavorazione più conosciuta è quella detta a pibiones.

I pibiones (letteralmente “acini d’uva”) sono i rilievi granulari della trama che si ottengono attorcigliando un filo supplementare attorno ad un ago appoggiato sul dritto della tela. Selezionando i punti dove si fanno emergere i pibiones, lentamente si compongono disegni assai complessi.

Tessuto sardoA Cagliari, presso la Cittadella dei Musei, è possibile visitare la Collezione Luigi Cocco (Museo Etnografico) dove sono esposti pezzi originali dell'Ottocento e Novecento.

Fino a qualche decennio fa il corredo delle fanciulle sarde era composto da pezzi unici, tessuti e ricamati dalle donne di casa. Oggi questi pezzi vengono custoditi con cura e "rispolverati" durante le feste popolari.

É usanza infatti abbellire i balconi e i davanzali delle finestre, con gli arazzi e le coperte tessute a mano, in onore del santo che si festeggia. Immaginatevi una città come Cagliari, moderna e metropolitana, che per una giornata intera, precisamente il 1 maggio, si immerge in un'atmosfera d'altri tempi: le strade vengono addobbate a festa con fiori e piante, i balconi ingraziositi con tessuti finemente lavorati; da una facciata all'altra sbandierano i ritagli di carta colorata stesi in fili di spago e lungo le strade petali di rose e fiori diventano un tappeto per Sant'Efisio.

La magia, il colore e la fede si mescolano per riportarci indietro in un rito, sempre vivo e attuale, dal 1656. Ma la magia più grande è che questo tipo di manifestazioni non si svolgono solo nel centro più importante dell'isola, ma in tutti i paesi e i centri della Sardegna. Ogni mese, ogni stagione è cadenzata da una festa o sagra popolare dove i tessuti in cotone o in lana e i ricami sul lino bianco fanno nella mostra di sé.

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta.

Approvo