Dedico questa pagina ai Boschi della Sardegna, da me tanto amati, proponendo un passo dello scrittore Mauro Corona. Nel suo
...Qualche giorno fa, il pastore ci ha regalato una bottiglia di latte. Appena mia madre lo ha versato in un tegame di terracotta per pastorizzarlo, ha capito che non era un semplice latte, ma latte di colostro, ovvero il latte che la pecora o la capra produce dopo aver partorito e con cui nutre l'agnellino nei primi giorni di vita. Il piccolo però non consuma tutto il colostro, quindi il rimanente viene munto e utilizzato in tanti modi, ad esempio come base per il formaggio o la ricotta.
Anticamente i pastori, soli nelle capanne di ginepro e pietra, su, nei monti del Gennargentu o del Limbara, lontani dalle loro famiglie, accendevano il fuoco, versavano il latte di colostro in un calderone di rame, aggiungevano il sale e come per magia ottenevano Sa Casada.
É un delizioso dessert ormai dimenticato, tutto da riscoprire e da riportare nelle nostre tavole perché oltre che essere un dolce da veri gourmet, è un ottimo nutrimento in quanto ricco di proteine.
InsulaGolosaRicette vi racconta la vera ricetta del pastore sardo, facile da replicare con un'unica variante proposta delle donne di casa: una scorza di limone e zucchero...
SA CASADA
Dessert cremoso
Ingredienti
latte di colostro
scorza di limone non trattato
zucchero a piacere
Preparazione
Versate il liquido in un recipiente di terracotta e riscaldatelo a fuoco lento, avendo cura di rimestarlo con un cucchiaio di legno in continuazione, fino a quando non assume la consistenza di una crema.
Aggiungete la scorza di un limone non trattato, facendo attenzione a non lasciare la parte bianca.
Si consuma quando è completamente freddo. Potete gustarlo aggiungendo una spolverata di zucchero semolato per renderlo più dolce.
Un suggerimento di un lettore
Un caro lettore, Gianni Mereu di Sorgono (Nu) mi ha raccontato che nella sua famiglia, da più di sessant'anni preparano sa casada, aggiungendo al latte solo sale in cottura e null'altro. Inoltre per renderla più cremosa aggiungono una piccola percentuale di latte e la consumano anche tiepida.
Anche a Orgosolo (Nu), come ci racconta Antonello Orrù, allevatore di mestiere, negli ovili si faceva con un po' di sale, mentre nelle case si consumava come dessert con la scorza di limone.
Che dire, ogni paese ha la sua tradizione ed è bello condividerla con gli altri!
Curiosità: Se volete stupire i vostri ospiti, tostate e tritate una manciata di mandorle sarde, disponetele nel fondo di un bicchiere di vetro trasparente e versateci sopra Sa Casada. Decorate con altre mandorle tritate e portate in tavola
E’ un po’ strano pensare di non aver conosciuto i miei nonni se non Nonna Totona, così la chiamavano le sue amiche de sa Costera a Iglesias. Non ho conosciuto neanche Nonno Attilio, suo marito. Così come Nonna Chiara e Nonno Giovanni, i genitori di mia mamma. Ma i ricordi non mancano, sono stampati nella memoria dai racconti e dalle immag
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