Dedico questa pagina ai Boschi della Sardegna, da me tanto amati, proponendo un passo dello scrittore Mauro Corona. Nel suo
...Per la ricorrenza di Ognissanti vengono preparati i tradizionali Papassinas. Il loro nome deriva da Papassa che tradotto dal sardo significa uva sultanina.
Il dolce viene preparato in modo diverso a seconda delle zone dell'isola ma con la costante del periodo autunnale, quando l'uva passa raggiunge la maturazione e quando dal mosto del vino si può preparare la sapa.
Nel sud dell'isola sono aromatizzati con la cannella e la vaniglia mentre nelle zone a nord prevalgono le scorze di arancio e di limone insieme ai semi di finocchio selvatico.
InsulaGolosaRicette vi propone la ricetta tradizionale, da gustare in ogni periodo dell'anno.
Durante la settimana precedente alla ricorrenza di Ognissanti e dei Defunti, le donne si riuniscono nelle calde cucine autunnali e preparano su Pani e' saba, ovvero il pane con mosto di vino. Anticamente veniva regalato dalle famiglie più ricche ai poveri del paese. Era una sorta di omaggio delle persone più abbienti perché tutti pregassero per le anime dei defunti dell'intera comunità, tant'è che viene chiamato anche su pani e s'anima.
Oggi su Pani e' Saba è consumato anche in occasione di altre feste e sagre popolari presenti nell'isola durante tutto l'arco dell'anno.
InsulaGolosaRicette vi propone la ricetta tradizionale, "rubata" dal ricettario di mia madre.
I mandorli rosati profumano il paesaggio rurale, l'aria si fa più tiepida, l'atmosfera della dolce primavera comincia a farsi sentire.
Finalmente il grigiore dell'inverno si sta allontanando e sulle tavole riscopriamo i prodotti più freschi: la ricotta, lo zafferano, le mandorle e il miele, ingredienti locali ideali per preparare i dolci di Pasqua, i soliti, i più buoni.
InsulaGolosaRicette ripropone le Pardulas de arrescottu, le formagelle di ricotta.
La loro forma ricorda le stelle che indicano la strada per ritornare a casa e il loro profumo è inconfondibile: sa di allegria, golosità e felicità tant'è che oramai sono diventate i dolci di tutte le feste, non solo pasquali ♥
In Sardegna è consuetudine acquistare il formaggio a km zero, direttamente dal pastore. Infatti disertare il supermercato, con annessa fuga dalla città, è sempre una buona occasione per una gita fuori porta.
Negli ovili di campagna, circondati dalla macchia mediterranea, i pastori lavorano il latte, così come si faceva una volta, producendo ricotte e formaggi di eccellenza. In primavera l'offerta di questi prodotti tipici è molto ampia, perché la produzione del latte è più alta.
D'altro canto le padrone di casa sono sempre più esigenti nella ricerca delle materie prime. Nel loro taccuino c'è una lista lunghissima di piatti e dolci tipici, tutti da preparare per le feste pasquali.
Tra i tanti dolci della tradizione, i più amati sono le Pardulas de casu, la cui base è un formaggio antico, come i pascoli dell'Ogliastra. É 'Su casu 'e matula', un formaggio crudo, non salato, ottenuto dalla lavorazione dal latte intero di pecora o capra.
Si dice che il suo nome derivi dal termine sardo ammattulàu che significa fiacco, privo di forze e inerte, così come si presenta, appunto, su casu 'e matula.
Nel parlare comune isolano si hanno dei modi di dire completamente diversi da quelli del resto d'Italia.
Ad esempio è facile sentir dire "hai le mani di ricotta” per descrivere il fare in cui tutto sfugge di mano, oppure quando non si riesce a tenere sotto controllo una situazione.
Ecco l’espressione idiomatica italiana corrispondente è: "hai le mani di pasta frolla”.
Fin qui nulla di strano, ma quando ho letto la ricetta di Sara, Pasticcini con la pasta frolla alla ricotta, ho pensato che solo le donne sarde, fiere e austere, ma anche sognatrici ambiziose, sanno tenere a bada la ricotta e la pasta frolla insieme...
Che dire, sono sempre pronte a mettersi in gioco e ne sanno una più del diavolo ♥
Ogni notte le janas, le piccole fate birichine, si aggiravano nei boschi in cerca di erbe spontanee con cui preparare gli intrugli e le pozioni per far innamorare i giovani pastori.
Facevano ritorno alle domus de janas prima di mezzanotte, perché dovevano impastare e poi infornare il pane per i poveri. E quando il pane era pronto, non sprecavano mai il calore del forno. Si dedicavano quindi alla preparazione dei dolci deliziosi per incantare i giovani uomini il giorno seguente.
Le donne sarde sono come le janas: lavorano tutto il giorno e la sera, preparano ricette meravigliose.
InsulaGolosaRicette, custode di antiche ricette, ha voluto riprendere la ricetta dei pirichittus, i dolcetti di pasta dura ricoperti con la glassa al limone, tipici del sud Sardegna, che si confezionano soprattutto in primavera.
Il DES (Dizionario Etimologico Sardo) del Wagner alla voce Pirikittos scrive: "Certi zuccherini bisolunghi, molto dolci e assai stimati", = sp. perriquillo "Cierto dulce musy delicado de solo azùcar", facendo notare una sorta di somiglianza con i dolci spagnoli, i perriquillo. Che dire forse le janas hanno deliziato con i Pirikittos anche spagnoli ♥
Colorati e croccanti, i biscotti glassati made in Sardinia, i Pistoccheddus de cappa sono i dolci delle feste e delle sagre paesane. I diavoletti cosparsi sulla loro glassa bianca mi ricordano tanto le bandierine che sventolano nelle strade dei paesi, in onore del santo che si festeggia.
Anticamente venivano preparati per le feste più importanti come i matrimoni o i battesimi, ma anche a Pasqua, tant'è che venivano utilizzati anche come base su cui adagiare le uova da regalare ai bambini, i "Cocoieddus de ou", i coccoetti con le uova.
InsulaGolosaRicette, custode delle tradizioni, ripropone la ricetta originale tramandata nei secoli dalle donne di casa.
Nelle case della Sardegna antica, in cucina comandavano le donne, solo nella preparazione delle carni arrosto "su meri 'e domu", il padrone di casa, aveva la priorità in alcune mansioni.
Era lui che si preoccupava di accendere il fuoco dopo avere fatto una minuziosa selezione di legna. Nel camino non si m