slide11.jpg

Scopa mascius, sabina femina, tuvura, Era, Kastanariu, Iscoba

Erica arborea

Il paesaggio sardo, in primavera, si veste di tanti colori. Tra la macchia spuntano

...

Carnevale, ogni dolce vale

Casalinghe disperate... mai♥

Star bene a tavola

Il mangiare è un piacere e, se accompagnato dalle buone maniere diventa anche alla moda. Ecco alcuni consigli di  InsulaGolosaRicette per star bene a tavola.

Leggi tutto...

Una notte per le anime

ognissanti

La notte prima del 2 novembre è alle porte e la sera si tinge di mistero. Una volta all'anno, le anime dei morti ritornano dall'aldilà e vagano per le vie del paese.; tra i vivi cresce il desiderio di incontrarle. 

Nelle case si accendono piccole lanterne (lantias) per illuminare e indicare loro la strada. Sono attesi con affetto e rispetto. Le tavole vengono imbandite con tovaglie ricamate e  stoviglie ricercate che le famiglie portano fuori solo nelle occasioni importanti. I prodotti autunnali sono i protagonisti: non mancano mai le fave secche (i cibo dei morti), le castagne, le noci e le nocciole. Tutta la notte è dedicata agli spiriti che per una notte ritornano in famiglia come un tempo che fu.

Ad accogliere le anime ci sono anche i bambini che si travestono con vecchi abiti e si dipingono la faccia con il carbone. Impazienti come solo i giovani sanno fare, tra le risate e un po’ di paura, bussano alle porte dei vicini recitando le litanie in dialetto:
 “seus benius po is animeddas”(siamo venuti per le anime);

“mi das fait po praxeri is animeddas” (dammi qualcosa per le anime);

“seu su mortu mortu” (siamo le anime morte);

“carki cosa po sas anima”; (dateci qualcosa per le anime);

Tutte richieste di accoglienza e di doni per le anime dei morti. I paesani aprono gli usci e offrono ai piccoli dolci fatti in casa e frutta secca. I bambini ne fanno incetta e scappano felici, così fino a tarda sera, casa dopo casa. Sui tetti si intravede un barbagianni che sorvola silenzioso nel cielo scuro, guardiano dei vivi e dei morti. 

Nelle case illuminate le donne continuano a preparare i dolci per le anime, primo tra tutti il pane dei morti, su pani e' saba, una sorta di piccola pagnotta dolce realizzata con la sapa (mosto di vino) e le noci o le nocciole. Ha un profumo intenso di frutta tostata e di spezie, di legni e di bosco.

E' usanza diffusa consumare su pani e' saba (molto simile alla pabassinas, ma più morbido e più piccolo) davanti al fuoco acceso, con un bicchiere di buon vino secco. 

E così  un’altra notte è passata, un rito che si ripete nella notte dei Defunti da tempi remoti, quando in Sardegna vivevano solo le Janas nelle domus scavate nella roccia e i Gentiles, i giganti di bell’aspetto, a cui si deve la costruzione dei magnifici monumenti funerari megalitici, presenti in gran parte dell’isola. 

 

 

 

 

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta.

Approvo