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Archimissa, Ispigula areste, Spigu

LavandaIn primavera, nella macchia mediterranea più selvaggia, tra il cisto e il lentisco, spuntano i fiori viola- bluastri d

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Carnevale, ogni dolce vale

Casalinghe disperate... mai♥

Scorze di arance al cioccolato

scorze di arancia e cioccolato

L'isola di Sardegna è spesso associata al sole e al mare. Vi svelo però un segreto: l'inverno arriva anche nell'isola più bella del mondo e quando le montagne e le sue vette più alte si colorano di bianco, il paesaggio assume un aspetto particolare, direi quasi nostalgico. 
Una coltre di neve, soffice e silenziosa, imbianca ogni cosa. Gli animali, nascosti nelle loro tane in una quiete calma, dormicchiano aspettando che il sole riscaldi ancora. Tutto tace. Il silenzio è rotto solo dal canto del pettirosso che si posa sugli aranceti profumati e cinguetta fino a sera. Non ha paura del freddo e del vento. Ama inebriarsi del profumo delle arance e dei mandarini, dei sentori del bosco e dell'odore della legna bruciata nei camini di casa.
L'aria densa dell'inverno è avvolta dalle note frizzanti degli agrumi che corteggiano il pettirosso e solleticano il nostro appetito. 

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Scorzette di arance candite

CanditiIl sole, la luce, il profumo degli agrumi appena raccolti: sono le immagini che si imprimono nella memoria pensando alla Sardegna nei mesi più freddi dell'anno.
Tra i tanti agrumi, il posto d'onore spetta all'arancia: un frutto acidulo di solito di colore arancione, con buccia spessa e tempestato di semi, ricco di vitamina C e di fibre.

La sua pianta è un antico ibrido, probabilmente di mandarino e pummelo, ma da secoli cresce come specie autonoma e si propaga per innesto e talea.

La leggenda vuole che San Domenico intorno al 1220 avesse portato e piantato la pianta di arancio dolce in Italia, ma sicuramente gli spagnoli e gli arabi hanno dato un significativo contributo alla coltivazione delle arance amare e poi dolci nell'isola, grazie al clima caldo e temperato. 
Il nome arancia deriva dallo spagnolo "naranja" e dall'arabo  نارنجnāranğ,  letteralmente "frutto favorito degli elefanti" che  indica l'arancia amara appunto. In Sardegna abbiamo diversi modi per definirloaranzu, arangiuarrubiuruiuruggiu... 
Tra le cultivar bionde più comuni ricordiamo: Biondo comune, Belladonna, Navel, Navelina, Washington Navel, Valencia late; tra le sanguigne: Moro, Sanguinello comune, Sanguigno e Tarocco, prodotte soprattutto nel territorio di Muravera e di San Sperate dove ogni anno la bellissima sagra onora questo frutto meraviglioso.
Nelle tavole delle famiglie sarde viene c
onsumata come semplice frutto e in spremute ed è presente in molte ricette tradizionali grazie a suo raffinato profumo e al sapore intenso. La sua buccia, ricca di oli essenziali è l'ingrediente base per la realizzazione di liquori e bevande, senza dimenticare le scorzette candite, ottime per decorare i dolci tipici.
In questa pagina InsulaGolosaRicette  vi spiega come preparare le Scorzette di Arance Candite.

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Se(b)ada, sole sardo

seadas

La Sardegna è terra di magia e alchimia, di leggende e di ricette misteriose, custodite e tramandate di generazione in generazione in gran segreto. Le donne di casa, ancora oggi, creano piatti dal gusto autentico, con ingredienti semplici: il formaggio pecorino fresco, la semola e lo strutto sono sufficienti per preparare un sole dorato, che inondato di miele, è capace di far sognare e innamorare. Ma cos'è? E' la sebada o qualsivoglia seada. Anticamente era considerata una pietanza principale, per la sua completezza, ora è nella lista dei dolci più richiesti.  Il suo nome cambia a seconda delle zone di produzione e deriva dallo spagnolo cebara, ovvero "cibare, alimentare". Secondo alcune testimonianze locali, deriverebbe invece dal grasso animale che, in origine, veniva utilizzato per la sua realizzazione, su ozu seu, ricavato dal grasso degli ovini. Nato dove la pastorizia regnava sovrana, le se(b)adas erano il piatto delle feste più importanti, Pasqua o Natale, quando i pastori  rientravano a casa dagli ovili dopo lunghi periodi e preparavano il formaggio pecorino fresco. Le donne, felici per il ritorno degli uomini, impastavano la farina con acqua, cantando le poesie in limba sarda.

InsulaGolosaRicette vi propone la ricetta originale delle seadas, il dolce dalla forma del sole che illumina il gusto e la tavola.

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Semifreddo goloso

Semifreddo ananas

Ricordo che da piccola, la frutta esotica era un lusso che poche persone potevano permettersi, perché nelle bancarelle del mercato era difficilissimo trovarle.
Banane, kiwi, ananas, avocado erano, per me ragazzina, richiami di terre lontane, di mete da sogno che volevo raggiungere con i miei viaggi.

Mi bastava guardarli, sentire il loro profumo e mi ritrovavo nelle isole tropicali o nelle foreste equatoriali, protagonista di quei telefilm che vedevo in tv, ogni domenica pomeriggio.

Ora capisco che l'isola dei miei sogni è la mia isola, la Sardegna ♥
Che dire, sognare era il mio passatempo preferito e a dir il vero, lo è ancora, così come la mia passione per i dolci.

Anche Sara, la nostra Casalinga disperata... mai è un'amante dei dolci e non disdegna mai di prepararne uno, se poi è esotico e alla frutta fresca, merita gli applausi di tutti  ♥

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Tiramisù di arance sarde

tiramisù alle arance sarde

C'era una volta un dolce veneto. Era così buono che tutti lo volevano gustare. Era morbido, cremoso, si gustava al cucchiaio e nessuno era capace di dire no a tanta bontà. In tanti lo volevano replicare, ma non sempre si avevano gli ingredienti. Qualcuno provò a farlo senza uova, altri senza caffè, altri ancora sostituendo i biscotti con il pane raffermo.

Intanto in un'isola del Mediterraneo, in un bosco abitato dalle janas, l'inverno si era fatto più freddo e impediva loro, di muoversi liberamente. La più piccolastanca di non poter folleggiare tra gli alberi, decise di preparare un dolce per tirarsi su di morale. Il vento le aveva sussurrato all'orecchio che al di là del mare, i folletti del bosco si cibavano di un dolce al cucchiaio, che li rendeva sempre felici, il Tiramisù. Era il dolce veneto che tutti volevano gustare.

La piccola jana, esortata dal vento, decise di preparare il Tiramisù ma non conosceva la ricetta. Sapeva solo che il dolce aveva il gusto della cioccolata, della crema, del caffè e... boh! 
Caparbia, pensò di fare di testa sua. Andò nell'agrumeto e raccolse alcune arance rosse. Poi, furtivamente si avvicinò ad un ovile, dove trovò un formaggio cremoso e delicato da mescolare al miele che le api avevano lasciato nel frutteto.

L'istinto le diceva che mancava qualcosa. Non si scoraggiò, recuperò dalla dispensa delle janas più anziane, lo spirito di agrumi,  e visto che era lì,  prese anche i biscotti morbidi dalla forma allungata, i pistokkeddos. 

Et voilà... riuscì a fare una magia ♥

 

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Torta alle fragole sarde

Torta fragole

La primavera è arrivata. I suoi colori inondano i giardini, le siepi e le campagne tutte. Tra le erbe selvatiche e urticanti si intravedono piccoli cuori rossi, dal profumo intenso: sono le tanto amate fragole rosse, simbolo dell'amore e della felicità.

I Romani le chiamavano "fragrans", per il profumo, mentre i francesi furono i primi a coltivarle. Nel 1368, estirparono oltre 1200 piante di fragole selvatiche per coltivarle nei giardini di Louvre a Parigi, dando così inizio alla loro coltivazione e studio botanico.

Un estratto dalla Historia plantarum, manoscritto di fine XIV secolo, contenente descrizioni di piante, minerali e animali con particolare riferimento alle loro proprietà mediche e terapeutiche, recita così: “La fragola nasce nei luoghi montuosi, umidi e ombrosi. Il frutto mangiato predispone lo stomaco. Con il suo succo si fa un collutorio per la bocca contro il fetore. Se bevuto con il miele, il succo di fragola guarisce i sofferenti di asma; se bevuto con il pepe bianco, sana mirabilmente”.

In Sardegna la fragola è uno dei primi prodotti coltivati nella bonifica di Arborea, risalente agli anni '30, ed ancora oggi è una coltivazione tipica dell'arborense.
Ogni anno, nel mese di aprile, Arborea omaggia questo particolare "frutto" con una sagra dove è possibile degustare e acquistare fragole confezionate in cassette di cartone colorato, confetture di fragole e tantissimi dolci a base di fragole. 

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Torta alle mandorle sarde

Torta di mandorle

La produzione dolciaria in Sardegna si basa in prevalenza sull'uso delle mandorle, ma purtroppo negli ultimi decenni la mandorlicoltura sarda rappresenta solo il 3,7% della produzione nazionale, a vantaggio del mercati esterni.
Madre natura ha dotato l'isola di risorse straordinarie dal punto di vista ecologico e climatico oltre che paesaggistico, risorse che possono favorire il ritorno della coltivazione di mandorle ad un alto livello economico oltre che aggiungere bellezza al paesaggio.
Gli alberi di mandorlo sono i primi a fiorire in primavera e talvolta nel tardo inverno. Abbelliscono borghi e comuni, siti archeologici, ex minerari e termali. I loro fiori, bianchi con striature rosa, simboleggiano la speranza e il ritorno in vita della natura dopo l'inverno, ma rappresentano anche la delicatezza e la fragilità, poiché sfioriscono in breve tempo.
Nella speranza di riportare altra bellezza nelle nostre campagne, recuperiamo le cultivar isolane più antiche come: Arrubia, Bianca, De Su Cramu, Folla ‘E Pressiu, Grappolina, Niedda, Menduedda De Mrasciai, Schina de Porcu e Stamasaccusu.
In questo spirito di rinascita InsulaGolosaRicette propone un dolce classico, la torta alle mandorle sarde, una delizia per il palato.

 

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Torta alle mele sarde

torta mele

Nell'antichità la mela era una delle manifestazioni più elevate che la madre terra potesse elargire. Simbolo di fertilità e amore, di immortalità e conoscenza, è stata protagonista di miti, storie e aneddoti.

Oggi è il frutto più comune al mondo, ma non per questo tutelato, tant'è che alcune varietà antiche sono andate perdute per sempre. Per millenni l'opera di difendere e conservare gli alberi da frutta era compito delle donne. Il loro compito è delegato, ora, a tutti noi.
La Sardegna, per la sua insularità, è riuscita a preservarne un buon catalogo. 

Le varietà di mela sarda hanno nomi molto curiosi: la Nuchis, rossa e croccante, un po' acidula, si conserva bene fino a 6 mesi. La Rosa di Giugno che assume la colorazione rossa della polpa se conservata in frigo. La Tempra Orrubia della Barbagia di Belvì e Orotelli, ovvero la mela dalle guance rosse, per il colore della buccia che passa dal giallo-verde al rosa-rosso  e che ricorda le guance dei bambini
E altre ancora... la Miali di Sassari, Apione di Lanusei, De Jerru di Aritzo, Appio di Bonarcado, Noi Unci della Gallura e del Monte Limbara e la Royal Gala di Lanusei.

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Torta di fragole e mascarpone

torta fragole e mascarpone

Per noi isolani, sognatori e golosi, l'inizio della primavera è sinonimo di fragole, ma solo quelle di Arborea, rosse, gustose, la cui bontà non trova eguali. 

Non se ne dispiacciano i nostri connazionali del Nord Italia. Dopotutto ad Arborea le fragole sono coltivate dai discendenti dei coloni che intorno al 1928 arrivarono dal Veneto e Piemonte per praticare l'agricoltura e l'allevamento di bestiame.

Pensate che la fragola è stata uno dei primissimi prodotti coltivati nella bonifica di Arborea, e ancora oggi la sua coltivazione è tipica ed esclusiva di quel territorio. La varietà più coltivata è Nabila, dal sapore molto gradevole e con una buona componente zuccherina.

La fragola è un frutto aggregato, dall’insieme di semi che le compongono. E' ricchissima di vitamine A, B1, B2, e soprattutto C, fosforo, calcio, ferro, pectine, flavonoidi e acido salicilico. Quindi non sentiamoci in colpa se ne mangiamo in quantità, abbiamo un perfetto alibi.

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Torta San Valentino di Sadali

Cascata Sadali

Fino a qualche decennio fa, la festa di San Valentino, tanto attesa dagli innamorati, non veniva festeggiata in Sardegna, ragion per cui non esistono feste o sagre folckoristiche.
Esiste però un piccolo paese, nel cuore della Sardegna, Sadali, dove una cascata, dedicata a San Valentino, vanta un salto di 7 metri, nel pieno centro abitato. Caso unico in tutta Europa. Le acque della cascata confluiscono in una voragine sotterranea "Sa Ucca Manna", la bocca grande.
L'acqua continua la sua strada per 150 metri e finisce a valle dove i campi coltivati brillano rigogliosi. In epoca feudale l'acqua veniva utilizzata per alimentare i diversi mulini. Ancora oggi si può visitare un mulino ad acqua, poco distante dalla cascata e dalla chiesa cinquecentesca di San Valentino. In inverno aumenta la sua portata e lo spettacolo è garantito. Che ne dite di fare una gita fuori porta e festeggiare San Valentino con la dolce metà? Non dimenticate di preparare il dolce degli innamorati, la torta a forma a cuore.

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Torta sarda alla ricotta

torta ricotta

Casa, dolce casa ♥ non è solo una frase ad effetto, ma è quella piacevole sensazione che proviamo quando ci sentiamo al sicuro nel nostra casa, intima e protetta.
Se poi aggiungiamo il profumo di una torta appena sfornata, il gioco si amplifica. Ci ritroviamo indietro negli anni, quando da piccoli la mamma preparava la torta per la merenda o per la colazione del giorno dopo. Noi, piccole pesti, scivolavamo in cucina e, senza neanche lavarci le mani, rubavamo un pezzetto di torta... I rimproveri di mamma neanche li sentivamo, perché eravamo semplicemente... felici.

InsulaGolosaRicette vuole farci rivivere questi momenti con una ricetta di un dolce antico che sa di pascoli in montagna, di spighe di grano piegate dal vento, di amore per 
la madre terra e... magia.

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Uovo Tiramisù

uovo tiramisu

La primavera è finalmente arrivata. La campagna è vestita a festa. I prati sono ricoperti da una miriade di fiori dalle mille sfumature di colore. Negli alberi i primi germogli si aprono al sole e il cinguettio degli uccelli si espande dappertutto annunciando la rinascita della natura e l'arrivo della Santa Pasqua.
In Sardegna la vera festa inizia prima ancora de Sa Pasca Manna, ovvero la Domenica di Pasqua. Nelle settimane precedenti, le donne percorrono a piedi antichi sentieri alla ricerca della palma nana. Raccolgono le giovani foglie e le intrecciano creando delle vere opere d'arte che poi verranno benedette durante la Domenica delle Palme. Le giornate corrono veloci. La Pasqua si avvicina e tra i tanti impegni quotidiani non dimenticando di preparare 
il pane e i dolci tradizionali come segno di riconoscenza al creato e alla natura.
Le loro cucine odorano di fragranze e aromi quasi fossero laboratori di profumi. Ricotta, zafferano, spezie coltivate nell'orto, invadono gli spazi, regalando emozioni e aspettative. 
In questa pagina, però, vogliamo parlare di un dolce che non appartiene alla cucina tipica sarda...! Scopriamo insieme la ricetta del dolce misterioso ♥ e auguriamo a tutti i lettori Buona Pasqua ♥ 

 

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Agrifoglio

Olostru, agrivoddu

Agrifoglio

L'agrifoglio, simbolo dell'inverno e del Natale, è stata considerata una pianta portafortuna ancor prima del Cristianesimo. Si credeva proteggesse gli abitanti delle case da demoni e streghe. Tradizione vuole che fosse presente in tutte le case, anche delle famiglie più povere. Le sue bacche rosse simboleggiano la fertilità durante l'oscurità dell'inverno, e la promessa del ritorno della luce e del calore. La loro maturazione coincide infatti con la rinascita del sole al solstizio d'inverno. Il solstizio era simbolicamente rappresentato da una battaglia tra la quercia estiva e, appunto, l'agrifoglio invernale

 

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Carrubo

Carruba, Garrofa, Silibba, Silimba, Thilibba, Thilimba

carrubo

Il carrubo è un arbusto sempreverde con chioma tondeggiante e espansa. In Sardegna è conosciuto come Silibba e si trova soprattutto nelle zone orientali e meridionali. Non supera mai l'altezza di 10 metri. La sua crescita è lenta ma può vivere fino a 500 anni. Vive nei territori più caldi della macchia mediterranea accompagnandosi a olivastro, palma nana, fillirea maggiore, lentisco, mirto e altre specie arbustive ed erbacee. 
I frutti, le carrube, maturano tra agosto e settembre dell’anno seguente alla fioritura, che va da agosto fino all'inverno più freddo (gennaio-febbraio). Essi sono dei baccelli simili a quelli delle fave, lunghi fino a 20 cm e larghi 2-3 cm nel cui interno troviamo fino a 15 semi di carruba che, una volta essiccati, vengono macinati per la produzione della farina di carruba,  dal sapore di cioccolato, con cui si confezionano prodotti da forno e  biscotteria. Ma anche liquori e sciroppi.

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Castagno

Kastangia, 'astanza

ricci di castagno

Il castagno è un albero imponente, con lunghe fogli seghette e con frutti racchiusi in ricci spinosi che si schiudono da ottobre a novembre. I suoi fiori fioriscono a maggio fino a tarda estate: quelli maschili si presentano lunghi e gialli, mentre quelli femminili sono meno evidenti. La sua corteccia, bruno-rossa, si presenta rugosa e screpolata.
Cresce nelle zone montane fra i 700-1000 m di altitudine, in particolare nel Gennargentu, prediligendo i substrati silicei. Si ritiene che buona parte delle superfici forestali a castagno siano derivate da una rinaturalizzazione di antiche coltivazioni abbandonate nel tempo.

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