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Sternbergia lutea

zafferanastro

In autunno la campagna si colora di toni caldi e avvolgenti. Tra i ricci spinosi delle castagne e le foglie

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Carnevale, ogni dolce vale

Casalinghe disperate... mai♥

Ciambelle al cioccolato

Ciambelle americane

C'era una volta una jana, molto curiosa. Viveva le sue giornate nel bosco e sulla riva del fiume. Arrivò la primavera e il bosco si risvegliò con tutta la sua luce. Gli uccellini cantavano dalla mattina alla sera, i fiori selvatici sbocciavano regalando spettacoli colorati ma la jana sentiva che un silenzio sovrastava ogni cosa.

Era tanto tempo che non vedeva più i bambini nel bosco. Qualche volta si nascondeva dietro le rocce nella speranza di udire le risa e la gioia dei piccoli amici, ma le giornate passavano sempre uguali. Così le notti. L'allegria rumorosa dei bambini non echeggiava più nel bosco.

Il vento le aveva raccontato che i piccoli passavano tanto tempo dentro palazzi illuminati. Avevano tanti i cuccioli con cui passare il tempo libero ma erano pupazzi di peluche. Le raccontò che passeggiavano in grandi strade dove il rumore delle auto era così forte che alcune volte non sentivano neanche la loro stessa voce e che avevano gli occhi sempre incollati ad un piccolo aggeggio che emanava luce.

Pensierosa come mai prima, attraversò il bosco seguendo un sentiero in salita. Arrivò sino alla vetta della montagna. Il panorama era bellissimo. La luce del sole accarezzava le valli fino ad adagiarsi sui profili delle case in città. Lì in quei palazzi vivevano i bambini, apparentemente felici, con le loro comodità tecnologiche, ma la jana sapeva che i loro cuori cercavano qualcos'altro.
Così le venne un'idea. Avrebbe preparato un dolce speciale, simile a quelli che i bambini mangiavano in città.

Il suo, però, sarebbe stato molto, molto più buono, e ad ogni morso. i bambini avrebbero scoperto un mondo fantastico: il bosco, gli alberi, gli uccelli, gli animali domestici e selvatici, gli insetti e le farfalle. 

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Ciambellone con ricotta e arance

Ciambella ricotta e arance

Non so se il ciambellone sia un dolce della tradizione sarda, ma a casa mia era il dolce della domenica, dei compleanni o di altre occasioni festive. La sua sola presenza in tavola suscita ancora oggi emozioni festaiole nella mia famiglia, per altro fortunatamente numerosa.

Sarà per la sua forma armoniosa e... benaugurale, sarà per il suo profumo di burro, zucchero e... spensieratezza, sarà per la sua fetta alta, soffice e... invitante, il ciambellone  di casa non tradisce mai le aspettative dei commensali.

Lo adoro e lo considero tra i miei dolci preferiti perché mi riporta, anche solo col pensiero, alle persone a me più care.

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Ciambellone Gocce di Cioccolato

Ciambellone gocce cioccolato

Un detto dice che "Non tutte le ciambelle escono col buco", ma noi, Casalinghe, disperate mai   siamo sicure del contrario, soprattutto quando si usano gli utensili giusti come il fornetto Versilia. 

I grandi panificatori e pasticceri ci dicono, anche, che per ottenere un prodotto perfetto occorre pesare tutto alla perfezione, come se lavorassimo in un laboratorio chimico.

Ogni volta che li sento o li leggo, mi viene da sorridere perché le nostre nonne, esperte in tutto senza nessun titolo accademico, non pesavano mai gli ingredienti e non avevano tanti degli attrezzi che abbiamo nelle nostre case. Mia madre preparava, e qualche volta ancora oggi, gli infarinati e i dolci con l'unità di misura che io chiamo "a occhio". Non so per quale magia le riuscivano sempre, così come le altre donne di famiglia e le amiche di casa.

Forse le janas dei boschi avevano sussurrato ai loro orecchi i segreti più antichi 

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Crema alle Nocciole di Desulo

crema di noccioleNel cuore della Sardegna, un antico borgo si fa padrone del versante occidentale del Gennargentu. E' Desulo. Il suo fascino inizia nel centro storico, un gioiello di piccole case in scisto con ingressi e finestre contornati d’azzurro quasi fossero immutati nel tempo. Così come il costume tradizionale, dai colori sgargianti, una vera un'eccezione per le donne sarde, ricamato con tessuti preziosi, quali il velluto, damasco e scarlatto (panno di lana rosso).
E non finisce mai di stupire. I colori dei boschi circostanti variano a seconda delle stagioni e della luce del sole.

A fine estate, aromatiche e polpose, le nocciole di Desulo cadono dall'albero senza mallo, a un grado di maturazione corretta già di natura. La tradizione vuole che la raccolta sia compito delle donne con i bambini più piccoli.

Ed è in omaggio ai più piccoli che InsulaGolosaRicette vi propone la ricetta della Crema al cioccolato e nocciole di Desulo, una vera delizia per i bambini e non solo. 

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Crema di ricotta alle arance

crema di ricottaFuori il vento soffia forte. Fa molto freddo. L'inverno non è ancora finito, ma la primavera è vicina. In lontananza si sente il tintinnio dei sognagli delle pecore che si radunano vicine vicine, in cerca di riparo. Nell'aria frizzante si spande il profumo delle bacche di mirto e delle arance appena raccolte insieme al sentore di miele scaldato. Tutto ricorda l'infanzia, il tepore del caminetto e la cucina dove le donne di casa preparavano tante delizie per grandi e piccini. 
InsulaGolosaRicette ha scelto un dolce particolare, realizzato con ingredienti semplici, buonissimo.... la Crema di ricotta alle arance e miele.

 

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Dolce cuore al caffè

dolce-cuore

Vi è mai capitato di avere la dispensa piena di biscotti e non avere voglia di mangiarli? A me mai, perché sono molto golosa di dolci, ma ogni tanto mi viene voglia di consumarli in modi diversi, magari insieme al miele amaro oppure alla marmellata di mele cotogne fatta in casa, che risulta un po' aspra al palato.

La voglia di pasticciare e di viaggiare con la fantasia non mancano mai nelle nostre cucine e in quella di Sara, la nostra Casalinga disperata... mai ♥  meno che mai! 

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Dolcemangiare

pannaFenici, arabi, spagnoli e poi pisani, piemontesi, francesi... si sono susseguiti nei secoli regalando all'isola sapienza culinaria e portarono dalle loro terre ingredienti altrimenti sconosciuti, come la cannella, le mandorle, i fichi, le nespole e tante altre varietà di frutta e di spezie pregiate. Tutta la gastronomia sarda è stata influenzata da questi popoli.

Un esempio molto particolare è Su Pappai Biancu, il Biancomangiare
Secondo alcuni è un piatto francese, il famoso Blanc Manger, secondo altri fu portato dagli arabi che lo chiamavano zirbaj.
Oggi è riconosciuto tra i PAT (Prodotti agroalimentari tradizionali) di tre regioni italiane, la Valle d’Aosta, la Sicilia, e ovviamente la Sardegna. Guarda caso tutte con influenze francesi e arabe.

Per altri esperti la paternità di questo dolce è da attribuire agli spagnoli-aragonesi, presenti in Sardegna già dalla seconda metà del 1300. Si dice infatti che le famose città regie: Iglesias, Cagliari, Sassari, Castelsardo, Oristano, Bosa e Alghero sono le città dove Su Pappai Biancu è un classico della tradizione, magari con delle varianti ma pur sempre un dolce tipico.

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Durchicheddos o Coricheddos

cuore dolce sposiPer i festeggiamenti nuziali nel nuorese e in altre zone dell'isola, è tradizione sempre viva quella di offrire agli sposi, un dolce a forma di cuore, a base di mandorle e miele, aromatizzato con buccia d’arancia e zafferano, So durchicheddo, anche se alcune volte chiamato impropriamente Coriccheddo per la sua forma, Il cuore viene offerto anche ai testimoni, ai padrini, ai genitori della coppia come segno di buon augurio e di ringraziamento per la partecipazione alla festa.

So durchicheddo, prezioso ed elegante, è ricoperto di uno strato sottile di pasta di pane, finemente decorato e ricamato, con motivi che esprimono l’augurio di benessere, abbondanza, amore e armonia. Le mani esperte delle donne del nuorese riescono a realizzare questa bellissima forma d'arte, che dobbiamo conservare e tramandare.
Con questo stato d'animo ho partecipato ad una serata organizzata da Gabriella, una gentilissima signora di Selargius, che ha aperto il portale della sua casa campidanese per ospitare me e altre apprendiste nel magico mondo de Sos durchicheddos o Is Coriccheddos. Insieme abbiamo preparato il ripieno e la sfoglia. Abbiamo poi decorato il dolce mettendoci tutto il "cuore" e la fantasia che avevamo. Dalle nostre mani hanno preso vita, uccellini, cuori, fiori. stelle di tutte le dimensioni... 

InsulaGolosaRicette coglie l'occasione di ringraziare Gabriella per aver condiviso le sue conoscenze con noi. Ecco la ricetta e buon divertimento

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Frati fritti con la crema

bomboloni sardi

Una nuvola invisibile si spande per tutta la cucina, è il profumo dell'impasto lievitato dei dolci più buoni.
La scivedda, l'antico recipiente di terracotta, lo avvolge e le coperte di lana colorata, una sopra l'altra, lo stringono stretto, quasi fosse un neonato. Non deve prendere correnti d'aria. Tutte le nostre attenzioni sono per lui. Lievita e profuma. Più profuma, più lievita.

Aspettiamo con calma che la magia avvenga.

Dopo qualche ora si è trasformato, ha preso la forma giusta. Non ci resta altro da fare che continuare la preparazione.... 

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Frolla alla ricotta

pasticcini alla frolla

Nel parlare comune isolano si hanno dei modi di dire completamente diversi da quelli del resto d'Italia.

Ad esempio è facile sentir dire "hai le mani di ricotta per descrivere il fare in cui tutto sfugge di mano, oppure quando non si riesce a tenere sotto controllo una situazione.

Ecco l’espressione idiomatica italiana corrispondente è: "hai le mani di pasta frolla”.

Fin qui nulla di strano, ma quando ho letto la ricetta di SaraPasticcini con la pasta frolla alla ricotta, ho pensato che solo le donne sarde, fiere e austere, ma anche sognatrici ambiziose, sanno tenere a bada la ricotta e la pasta frolla insieme...

Che dire, sono sempre pronte a mettersi in gioco e ne sanno una più del diavolo 

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Fruttini di mandorle

Cestini sardiUn tempo, l'unico divertimento dei bimbi era scorrazzare per i campi e per l'orto; giocavano a nascondino, si arrampicavano sugli alberi da frutta e facevano a gara a chi raccoglieva verdure più colorate e vistose. Ritornavano a casa sporchi e affamati, e come nelle favole le giovani mamme li aspettavano nella cucina che odorava di zucchero e mandorle. Dopo aver sentito i rimproveri in silenzio e si sedevano zitti sulle seggioline di legno e guardavano, con occhi vispi le mamme severe che preparavano i dolcetti di mandorle ricoperti con una cappa colorata, dalle forme più svariate, i fruttini sardi: pesche, fichi d'India, pere, mele, fette di angurie, i piccoli preziosi tanto amati dai bambini.   

Per preparare i fruttini sardi occorre grande pazienza e maestria che le donne sarde sanno mette in mostra dando sfoggio ad un'arte spettacolare, degna di una galleria.
Ad onor del vero, furono gli arabi a portare in Sardegna e in tutto il Mediterraneo questo dolce così particolare! Pensate alla Frutta Martorana, tipico dolce siciliano, molto simile ai nostri fruttini per sapore e forma.


InsulaGolosaRicette vi propone la ricetta tradizionale che non è molto semplice da realizzare, ma vi dice anche che una volta presa la mano, il divertimento è assicurato. É un po' come giocare con i colori e con l'arte.

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Gallette sarde

gallettinasDa piccola andavo spesso in campagna, nella casa dei miei nonni a Saramau. Mia Nonna Totona era la classica donna sarda. Comandava lei. Originaria di Abbasanta, era figlia unica del bisnonno, carabiniere a cavallo, vanto di tutta la famiglia. Credo che la nonna avesse ereditato da lui, quel suo carattere deciso, quasi autoritario.
Nonostante la sua fama, con me e le mie sorelline, era sempre affettuosa. Il ricordo più nitido che ho di lei, è la raccolta delle uova nel pollaio. Le mie sorelle più grandi di me, da brave fifone, avevano una paura terribile delle galline, mentre io me la spassavo a rincorrerle, in lungo e in largo... 

Così ogni volta che preparo i biscotti che tutti chiamano gallette sarde, per la loro forma che ricorda la cresta delle galline, ripenso a lei, a nonna Totona, e con la fantasia mi ritrovo felice in campagna. Che dire, non si smette mai di essere bambini.

InsulaGolosaRicette vi invita a preparare questi biscotti deliziosi al palato e molto genuini che fanno felici tutti.

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Gattò di mandorle

gattò

pavoncella

...Era la vigilia delle nozze di Maria.[...] Nel focolare e sui fornelli le caffettiere grillavano, nelle stanze superiori della casa spandevasi un forte profumo di dolci e di liquori; sui tavolini, sui letti, sulle sedie, su tutti i mobili stavano grandi vassoi contenenti torte dai vivi colori e gattòs, specie di piccole costruzioni moresche di mandorle e miele.

pavoncella

Così Grazia Deledda, nel romanzo La via del male, racconta l'atmosfera di una casa dove fervono i preparativi di un matrimonio. Nella descrizione parla di piccole costruzioni moresche di mandorle e miele, che non sono altro che i croccanti di mandorle che conosciamo come gatò, gattò, gattou, gateau. Credo che sia importante il riferimento alla cultura araba moresca. Secondo alcuni infatti il gattò avrebbe origini arabe o spagnole, moresche appunto.

Oltre al semplice gattò casalingo, ad Oliena e a Selargius vengono confezionati i castelli di gattò croccanti, le cui  decorazioni ricordano i fregi moreschi di palazzi e moschee, tipici dell'arte islamica sviluppatasi in Andalusia e nel Maghreb.
Nell'isola di Sardegna, la dominazione dei Mori ha avuto una grande influenza culturale e sociologica, se poi i Mori erano Quattro, non c'è altro da dire. 

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Ghiaccioli rossi di Arborea

Ghiaccioli rossiNei campi inondati dal sole spiccano le piccole fragole rosse tra il verde dell'erba bagnata. Si mimetizzano tra le ortiche e le margherite. Poco lontano le angurie, tutte in fila, si godono i raggi roventi.  La primavera è arrivata e la campagna è in festa. E si fa festa anche nel piccolo borgo di Arborea, nel Campidano Oristanese dove ogni anno, durante la Sagra delle fragole, tra fine aprile e i primi di maggio, gli agricoltori ringraziano la madre terra per aver regalato loro i frutti rossi della passione. 
Durante una sagra ha luogo la fiera locale, il mercato e vari festeggiamenti per promuovere le fragole e le altre produzioni di eccellenza, tipiche di Arborea, come le angurie e i meloni. 
InsulaGolosaRicette vi consiglia una semplice ricetta per preparare in casa dei piccoli dessert a base di fragole e anguria, i ghiaccioli rossi di Arborea che faranno felici i bambini ma anche i più grandi.

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Gueffus

Gueffus

Una leggenda popolare vuole che i gueffus, i raffinati dolci a base di mandorle, siano legati a storie di guerre e glorie medioevali. Il termine Gueffus deriverebbe da Guelfi, i fedelissimi del Papa che combattevano contro l'Imperatore. Il loro simbolo erano le torri dei castelli, merlate quadrate, che tanto ricordano le frange dei lati estremi della carta velina che avvolge i dolcetti.
Il nome gueffus è in realtà una derivazione dallo spagnolo "huevos", che richiama la forma ovoidale del dolce.

La realizzazione dei gueffus è molto semplice. Il trucco per una buona riuscita è sempre nella scelta di ingredienti di ottima qualità. InsulaGolosaRicette vi spiega come realizzarli.

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