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Carruba, Garrofa, Silibba, Silimba, Thilibba, Thilimba

carrubo

Il carrubo è un arbusto sempreverde con chioma tondeggiante e espansa. In Sardegna è conosciuto come Silibba e s

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Carnevale, ogni dolce vale

Casalinghe disperate... mai♥

Palma nana

Pramma agreste, Buatta

palma nana

La palma nanapalma di San Pietro, (nome scientifico Chamaerops humilis L.è un arbusto cespuglioso della macchia mediterranea, con fusto breve tipico nelle zone  a pascolo e fusto alto nelle zone più inaccessibili. In Sardegna si trova soprattutto in zone calde, vicino alle coste; predilige terreni soleggiati, rocciosi o sabbiosi e teme il freddo intenso.

I greci la chiamavano phoenix chamaeriphes, letteralmente "palma gettata per terra", per il suo portamento: si presenta come un cespuglio sempreverde, che può raggiungere altezze sino a 2 metri.
Le foglie sono larghe a ventaglio, rigide ed erette, sostenute da lunghi piccioli spinosi riuniti a ciuffi sulla sommità del fusto, di colore verde sulla pagina superiore e quasi bianco sulla pagina inferiore.

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Peonia di montagna

Arròsa de monti, rosa de monte, arròsa de padenti, arròsa piònica, arròsa de margiani, rosa de coga.

peonia

Ad aprile e a maggio tra le rocce dei freschi altopiani del Gennargentu e del Limbara del fino ad arrivare ai Monti di Marganai e del Monte Linas, sboccia una rosa selvatica, che annuncia l'arrivo della primavera è la peonia rosa di Moris, una specie endemica del sistema Sardo-Corso. 

I pastori la chiamano, S’arrosa de monti, la rosa di montagna perché cresce solo lontano dal mare, dove l’inverno colora di bianco ogni cosa.

La peonia rosa ama il fresco e vegeta tra i 600 e i 1200 m. Durante il periodo della sua fioritura regala esemplari bellissimi e molto folti, spandendo intorno un delizioso profumo speziato.

Non appartiene alla famiglia delle Rosaceae, ma la sua famiglia botanica è quella delle Paeoniaceae, in particolare alla sottospecie Paeonia mascula. a pianta è debolmente tossica.

La specie è dedicata al botanico torinese Giuseppe Giacinto Moris (1796-1869), autore di Flora della Sardegna. Il nome corretto di questa specie è probabilmente Paeonia corsica Sieber ex Tausch.

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Pungitopo

Ruju che frusciu
(rosso come le bacche del pungitopo)

Pungitopo

Nel freddo dell'inverno, la macchia mediterranea e il sottobosco si macchiano di rosso. Piccole bacche scarlatte, lucide e turgide, sbucano preziose tra il verde dei fusti e delle foglie, annunciando l'arrivo del Natale e del nuovo anno.

Sono le bacche del pungitopo, i frutti di una pianta sempreverde, indicatrice di mediterraneità e componente del sottobosco di pinete e leccete.
Presente in gran parte dell'isola, il pungitopo è, assieme all'agrifoglio, il simbolo di Natale, della luce e della abbondanza. Considerata pianta di buon auspicio di fertilità dell'anno che incalza, la sua presenza nella vita quotidiana si ricollega a diverse storie e leggende creando intorno a sé, una soffusa magia.

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Sambuco

Sambucu, Sauccu, Scovedu

Frutti di sambuco

Il sambuco, sambucus nigra, è una piccola pianta molto diffusa in tutta Europa e nel Mediterraneo, soprattutto nella macchia e in prossimità di ruderi, talvolta anche nei boschi. Predilige gli argini e i greti di ruscelli.

Anticamente si credeva che le streghe potessero trasformarsi in sambuchi per sfuggire all'Inquisizione, da qui l'idea che fossero alberi stregati. Un sambuco, piantato vicino alla casa, proteggeva dagli incantesimi malvagi, dai ladri e dai serpenti.

Il sambuco è sicuramente un arbusto generoso. La sua corteccia, che si stacca in primavera e in autunno, è un ottimo ingrediente per decotti e bevande a miscelare con il vino.

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Zafferanastro giallo

Sternbergia lutea

zafferanastro

In autunno la campagna si colora di toni caldi e avvolgenti. Tra i ricci spinosi delle castagne e le foglie cadute si intravedono dei piccoli crocus giallo-dorati.

Sono i fiori della Sternbergia lutea, comunemente conosciuta come zafferanastro giallo.

La loro fioritura inizia a settembre e si protrae fino a novembre inoltrato. Insieme ai fiori vengono prodotte le foglie verdissime, leggermente carnose. Il fogliame della Sternbergia lutea rimane in vegetazione fino alla primavera, quando dissecca per preparare la pianta al riposo vegetativo estivo. Il suo bulbo è altamente tossico.

 

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