Kastangia burda, Castànza de India
Nei giardini, nei parchi, nei viali, nelle case cantoniere e nei giardini di scuole o di edifici pubblici si può
...Archimissa, Ispigula areste, Spigu
In primavera, nella macchia mediterranea più selvaggia, tra il cisto e il lentisco, spuntano i fiori viola- bluastri della lavanda selvatica. Già amata dai Greci e i Romani, per il suo profumo intenso, con cui di facevano piacevoli bagni, in Sardegna la lavanda selvatica veniva utilizzata, insieme all'elicriso, per bruciare le setole dai maiali macellati e profumare così la carne. In alcuni paesi, durante la Settimana di Pasqua, viene ancora raccolta per abbellire i rami di ulivo e le palme benedette, perché una leggenda vuole che la Madonna avesse steso i panni di Gesù su questa meravigliosa pianta profumata.
Dedico questa pagina ai Boschi della Sardegna, da me tanto amati, proponendo un passo dello scrittore Mauro Corona. Nel suo libro, “Le Voci del bosco”, Corona parla degli alberi e con gli alberi, individuandone carattere e inclinazioni. Le stesse voci le possiamo sentire nei boschi isolani perché Mauro Corona, con il suo animo gentile e la sua penna irruenta, mi ricorda la natura selvaggia della nostra terra e il temperamento dei sardi.
Buona lettura
Arròsa de monti, rosa de monte, arròsa de padenti, arròsa piònica, arròsa de margiani, rosa de coga.
Ad aprile e a maggio tra le rocce dei freschi altopiani del Gennargentu e del Limbara del fino ad arrivare ai Monti di Marganai e del Monte Linas, sboccia una rosa selvatica, che annuncia l'arrivo della primavera è la peonia rosa di Moris, una specie endemica del sistema Sardo-Corso.
I pastori la chiamano, S’arrosa de monti, la rosa di montagna perché cresce solo lontano dal mare, dove l’inverno colora di bianco ogni cosa.
La peonia rosa ama il fresco e vegeta tra i 600 e i 1200 m. Durante il periodo della sua fioritura regala esemplari bellissimi e molto folti, spandendo intorno un delizioso profumo speziato.
Non appartiene alla famiglia delle Rosaceae, ma la sua famiglia botanica è quella delle Paeoniaceae, in particolare alla sottospecie Paeonia mascula. a pianta è debolmente tossica.
La specie è dedicata al botanico torinese Giuseppe Giacinto Moris (1796-1869), autore di Flora della Sardegna. Il nome corretto di questa specie è probabilmente Paeonia corsica Sieber ex Tausch.
Pramma agreste, Buatta
La palma nana, o palma di San Pietro, (nome scientifico Chamaerops humilis L.) è un arbusto cespuglioso della macchia mediterranea, con fusto breve tipico nelle zone a pascolo e fusto alto nelle zone più inaccessibili. In Sardegna si trova soprattutto in zone calde, vicino alle coste; predilige terreni soleggiati, rocciosi o sabbiosi e teme il freddo intenso.
I greci la chiamavano phoenix chamaeriphes, letteralmente "palma gettata per terra", per il suo portamento: si presenta come un cespuglio sempreverde, che può raggiungere altezze sino a 2 metri.
Le foglie sono larghe a ventaglio, rigide ed erette, sostenute da lunghi piccioli spinosi riuniti a ciuffi sulla sommità del fusto, di colore verde sulla pagina superiore e quasi bianco sulla pagina inferiore.
Nel freddo dell'inverno, la macchia mediterranea e il sottobosco si macchiano di rosso. Piccole bacche scarlatte, lucide e turgide, sbucano preziose tra il verde dei fusti e delle foglie, annunciando l'arrivo del Natale e del nuovo anno.
Sono le bacche del pungitopo, i frutti di una pianta sempreverde, indicatrice di mediterraneità e componente del sottobosco di pinete e leccete.
Presente in gran parte dell'isola, il pungitopo è, assieme all'agrifoglio, il simbolo di Natale, della luce e della abbondanza. Considerata pianta di buon auspicio di fertilità dell'anno che incalza, la sua presenza nella vita quotidiana si ricollega a diverse storie e leggende creando intorno a sé, una soffusa magia.
Per superare la fatidica estate sarda, ci vuole un fisico bestiale. Le nostre nonne, mamme e noi medesimi non ci facciamo mancare niente. Sveglia la mattina, non troppo presto. Doccia veloce, asciugamano nella borsa e tanta tanta roba da mangiare nella borsa frigo.
Il vero sardo doc, preferisce approvvigionarsi direttamente
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