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Kastangia, 'astanza

ricci di castagno

Il castagno è un albero imponente, con lunghe fogli seghette e con frutti racchiusi in ricci spinosi che si

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Carnevale, ogni dolce vale

Casalinghe disperate... mai♥

Confettura di cachi

confettura di kakiI nostalgici dell'estate dicono che l'autunno è una stagione triste ma credo che non sono mai andati in giro per campagne e per  boschi nei primi giorni d'autunno, quando le giornate incominciano un po' più tardi e finiscono un po' prima. La luce ha un colore diverso in queste giornate. Si riflette più calda nel paesaggio, in modo soffuso e dolce virando verso l'arancio e il rosso fino a raggiungere il profilo delle ombre. 

Per chi ama la gastronomia, come noi, l'autunno è sicuramente il periodo più ricco di prelibatezze. Pensate all'uva, alle castagne, alle noci, alle olive, alle melagrane e soprattutto ai cachi, i frutti orientali che colorano la nostra stagione autunnale.

L'albero del cachi o kaki (Diospyros kaki o diòspiro o diòspero) appartiene alla famiglia delle Ebenacee, una tra le più antiche coltivate dall'uomo. 
Originario dell’Asia orientale, il cachi era conosciuto in Cina da oltre duemila anni. Si diffuse prima in Giappone (Kaki, 柿, in giapponese) e poi dal diciottesimo secolo in Europa dove era utilizzato come pianta ornamentale nei giardini delle ville e poi per la produzione dei suoi saporiti frutti di colore rosso-arancio. Pare che il primo esemplare coltivato in Italia fosse stato messo a dimora nel Giardino di Boboli, a Firenze, intorno al 1870.

In Sardegna si diffuse negli stessi anni con l'istituzione della Compagnia Reale delle Ferrovie Sarde e la conseguente costruzione delle ferrovie che facilitarono gli scambi nei territori locali e non solo. Amato dai mezzadri e contadini dell'isola perché rustico e facile da coltivare, il cachi sopravvive facilmente anche se si trascura e si mostra sempre generoso di frutti. 

In su magasinu (il magazzino) delle case campidanesi o degli stazzi galluresi, c'era sempre posto per far maturare i cachi che venivano raccolti ancora acerbi e lasciati riposare per diverse settimane insieme a qualche mela. Quest'ultima contiene l'etilene che accelera la maturazione anche di altri frutti. Infatti se non è perfettamente maturo il cachi contiene il tannino, astringente e digestivo, ma allappante per la bocca e i denti, non proprio gradevole. Quando è maturo il cachi contiene molti zuccheri; è energetico e ricostituente del sistema nervoso e del fegato; è antibatterico nelle gastroenteriti; è ricco anche di vitamina A, vitamina C e di sali minerali. 

 

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Confettura di ciliegie

confettura di ciliegie di ilbono

Vivere in un piccolo paese in Sardegna ha i suoi vantaggi. "E quali sarebbero? Direbbero i più accaniti sostenitori del vivere in città!

Beh, direi innanzitutto il silenzio. Sì, il silenzio che invade le strette vie all'ombra dei palazzotti che sembrano torri antiche. Solo le risate dei bambini durante le vacanze estive rompono quel silenzio, facendo dimenticare i freddi inverni. 

Nei piccoli paesi l'aria è sempre limpida e cristallina. Sarà la vicinanza della macchia mediterranea e dei monti, sarà la brezza del mare lontano, sarà la folta vegetazione, ma vi assicuro che la temperatura è clemente anche quando i venti caldi estivi soffiano incessanti. 

All'alba e alla sera nei giardini e negli orti gli anziani danno l'acqua alle piante e il loro profumo entra in ogni stanza dalle finestre sempre aperte, regalando una dolce sensazione di benessere.

Nei piccoli centri la cordialità e la disponibilità tra le persone ha un altro gusto! Non è raro scambiare quattro chiacchere con i vicini di casa e bere insieme un buon caffè in "sa lolla", scambiandosi storie di gioie e dolori come si vivesse in una grande famiglia.

InsulaGolosaRicette vi consiglia di assaporare questo gusto particolare della vitafacendo anche solo una breve vacanza in un piccolo centro della Sardegna.
Osservate con attenzione i loro abitanti, scambiate con loro qualche chiacchiera e imparate come si vive la lentezza, la tranquillità e perché no, la felicità!

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Confettura di corbezzoli

Corbezzolo

In autunno spesso vado a passeggiare in campagna e ogni volta mi sorprendo a vedere, tra gli arbusti della macchia mediterranea, i frutti rossi del corbezzolo e i suoi fiori bianchi riuniti in pannocchie pendule.

Il corbezzolo è una pianta mellifera che fiorisce e fruttifica insieme, da ottobre a dicembre inoltrato. La maturazione dei frutti dipende dalla fioritura dell'anno precedente e i fiori candidi sono un augurio per l'anno a venire, un buon auspicio per il futuro. 

Anticamente era consuetudine raccogliere piccoli rametti di corbezzolo e metterli sull’uscio di casa per dare il benvenuto per gli ospiti.

InsulaGolosaRicette vi consiglia vivere l'esperienza della raccolta dei frutti rossi di corbezzolo che riempiono il cuore e la mente.

Potete raccoglierne a volontà avendo cura di scegliere solo quelli perfettamente maturi. Assaggiatene solo alcuni, perché possono avere effetti collaterali, gli altri utilizzateli per preparare la confettura di corbezzoli come facevano le nostre nonne.

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Confettura di fichi

FICHI SARDI GUSTOSI E SAPORITI


1,2 kg di fichi

400 gr di zucchero
2 limoni

fichi

Eliminate la buccia dai fichi, divideteli a metà e metterli nel frullatore. Aggiungete lo zucchero e il succo dei limoni, cuocete a fuoco lento per circa 45 minuti, fino a quando i fichi saranno completamente sfaldati. Lasciate riposare per 5 minuti poi invasare, chiudete bene.

I vasetti, appena lavati, vanno sterilizzati col calore. La marmellata o la confettura va versata nei contenitori ancora bollente, i vasetti vanno ben riempiti, fino ad un centimetro dal bordo, chiusi e quindi capovolti fino al raffreddamento.

 

Un consiglio: per una variante gustosa: fare tostate 100 g di mandorle sbucciate e private della pellicina che le ricopre. Unitele alla confettura a metà cottura. Proseguite la cottura come indicato nella ricetta 

Confettura di fico d'India

mele

L'autunno è alle porte ma la temperatura è ancora alta nell'isola di Sardegna. In campagna le verdi pale dei fichi d'India si colorano con i frutti spinosi dalla polpa succosa e saporita.

Anticamente erano le donne che, munite de sa cannuga, andavano a raccogliere questi meravigliosi frutti esotici, subito dopo i temporali di fine estate, perché una credenza popolare vuole che i fichi bagnati dalla pioggia siano molto più buoni.
Sa cannuga è un bastone realizzato con una canna (abbastanza lunga), alla cui sommità si incidono tre tagli che vengono "fermati", all'interno con un sasso e all'eterno con un fil di ferro. Si crea così una sorta di mano aperta che "acchiappa" il fico; facendo, poi, ruotare il bastone su se stesso, si riesce a tenerlo intrappolato, staccandolo dalla pala, senza farlo cadere in mezzo alla pianta spinosa.
Tradizione vuole che i fichi d'India vengano adagiati delicatamente sull'erba secca e "spazzolati" con una scopa di ramoscelli di lentisco, in modo da eliminare gran parte delle spine.

InsulaGolosaRicette vi consiglia di fare l'esperienza della raccolta dei fichi d'India, perché è molto divertente; magari chiedete consigli su come realizzare sa cannuga, quali fichi preferire in base alla maturazione e la tecnica di raccolta. I più esperti sono gli anziani, ma è tempo di passare il testimone, ora spetta a noi, custodire quest'arte antica.

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Confettura di frutti spontanei

Che differenza c'è tra marmellate e confetture? La risposta è semplice. Le marmellate sono quelle a base di agrumi, quindi limone, arancia, pompelmo, mandarino. Tutte le altre sono confetture: quindi pesche, albicocche, prugne, mele, more e fragole, non sono marmellate.
La differenza tra confettura e marmellata sta anche nella percentuale di zucchero utilizzato, solitamente più alta per le marmellate, ma la preparazione si equivale.

Scopriamo alcune confetture realizzate con prodotti esclusivamente spontanei regalati da madre natura:

 

CONFETTURA DI CORBEZZOLI

CONFETTURA DI FICHI

CONFETTURA DI FICHI D'INDIA

CONFETTURA DI MELE COTOGNE

CONFETTURA DI MORE

 

marmellata frutta spontanea

 

Un consiglio: Qualsiasi tipo di marmellata o confettura va conservata per almeno 15 giorni prima di essere consumata, in luogo asciutto e con poca luce. Possono essere conservate fuori dal frigorifero finché restano sigillate, ma, una volta aperte, vanno tenute in frigo, e consumate in genere entro tre settimane. Se si notano rigonfiamenti nel tappo, alterazioni nel colore e formazioni di muffe, è bene gettare marmellata e vasetto.

 

Confettura di mele cotogne

MELE COTOGNE MERAVIGLIOSE


600 kg di mele cotogne (al netto degli scarti)

600 gr di zucchero
2 limoni

mele cotogne

Eliminate la buccia e le parti dure delle mele cotogne, divideteli a pezzi e metterle nel frullatore. Aggiungete lo zucchero e il succo dei limoni, cuocete a fuoco lento per circa 60 minuti o fino a quando le mele cotogne saranno completamente sfaldate. Lasciate riposare per 5 minuti poi invasare, chiudete bene.

I vasetti, appena lavati, vanno sterilizzati col calore. La marmellata o la confettura va versata nei contenitori ancora bollente, i vasetti vanno ben riempiti, fino ad un centimetro dal bordo, chiusi e quindi capovolti fino al raffreddamento.

 

Una curiosità: Le mele cotogne sono ricche di pectina, un addensante naturale che le rende perfette per la preparazione di tutte le confetture e marmellate

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