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Ruju che frusciu
(rosso come le bacche del pungitopo)

Pungitopo

Nel freddo dell'inverno, la macchia mediterranea e il sottobosco si macchiano di rosso.

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Carnevale, ogni dolce vale

Casalinghe disperate... mai♥

Torta San Valentino di Sadali

Cascata Sadali

Fino a qualche decennio fa, la festa di San Valentino, tanto attesa dagli innamorati, non veniva festeggiata in Sardegna, ragion per cui non esistono feste o sagre folckoristiche.
Esiste però un piccolo paese, nel cuore della Sardegna, Sadali, dove una cascata, dedicata a San Valentino, vanta un salto di 7 metri, nel pieno centro abitato. Caso unico in tutta Europa. Le acque della cascata confluiscono in una voragine sotterranea "Sa Ucca Manna", la bocca grande.
L'acqua continua la sua strada per 150 metri e finisce a valle dove i campi coltivati brillano rigogliosi. In epoca feudale l'acqua veniva utilizzata per alimentare i diversi mulini. Ancora oggi si può visitare un mulino ad acqua, poco distante dalla cascata e dalla chiesa cinquecentesca di San Valentino. In inverno aumenta la sua portata e lo spettacolo è garantito. Che ne dite di fare una gita fuori porta e festeggiare San Valentino con la dolce metà? Non dimenticate di preparare il dolce degli innamorati, la torta a forma a cuore.

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Torta sarda alla ricotta

torta ricotta

Casa, dolce casa ♥ non è solo una frase ad effetto, ma è quella piacevole sensazione che proviamo quando ci sentiamo al sicuro nel nostra casa, intima e protetta.
Se poi aggiungiamo il profumo di una torta appena sfornata, il gioco si amplifica. Ci ritroviamo indietro negli anni, quando da piccoli la mamma preparava la torta per la merenda o per la colazione del giorno dopo. Noi, piccole pesti, scivolavamo in cucina e, senza neanche lavarci le mani, rubavamo un pezzetto di torta... I rimproveri di mamma neanche li sentivamo, perché eravamo semplicemente... felici.

InsulaGolosaRicette vuole farci rivivere questi momenti con una ricetta di un dolce antico che sa di pascoli in montagna, di spighe di grano piegate dal vento, di amore per 
la madre terra e... magia.

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Uovo Tiramisù

uovo tiramisu

La primavera è finalmente arrivata. La campagna è vestita a festa. I prati sono ricoperti da una miriade di fiori dalle mille sfumature di colore. Negli alberi i primi germogli si aprono al sole e il cinguettio degli uccelli si espande dappertutto annunciando la rinascita della natura e l'arrivo della Santa Pasqua.
In Sardegna la vera festa inizia prima ancora de Sa Pasca Manna, ovvero la Domenica di Pasqua. Nelle settimane precedenti, le donne percorrono a piedi antichi sentieri alla ricerca della palma nana. Raccolgono le giovani foglie e le intrecciano creando delle vere opere d'arte che poi verranno benedette durante la Domenica delle Palme. Le giornate corrono veloci. La Pasqua si avvicina e tra i tanti impegni quotidiani non dimenticando di preparare 
il pane e i dolci tradizionali come segno di riconoscenza al creato e alla natura.
Le loro cucine odorano di fragranze e aromi quasi fossero laboratori di profumi. Ricotta, zafferano, spezie coltivate nell'orto, invadono gli spazi, regalando emozioni e aspettative. 
In questa pagina, però, vogliamo parlare di un dolce che non appartiene alla cucina tipica sarda...! Scopriamo insieme la ricetta del dolce misterioso ♥ e auguriamo a tutti i lettori Buona Pasqua ♥ 

 

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Agrifoglio

Olostru, agrivoddu

Agrifoglio

L'agrifoglio, simbolo dell'inverno e del Natale, è stata considerata una pianta portafortuna ancor prima del Cristianesimo. Si credeva proteggesse gli abitanti delle case da demoni e streghe. Tradizione vuole che fosse presente in tutte le case, anche delle famiglie più povere. Le sue bacche rosse simboleggiano la fertilità durante l'oscurità dell'inverno, e la promessa del ritorno della luce e del calore. La loro maturazione coincide infatti con la rinascita del sole al solstizio d'inverno. Il solstizio era simbolicamente rappresentato da una battaglia tra la quercia estiva e, appunto, l'agrifoglio invernale

 

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Carrubo

Carruba, Garrofa, Silibba, Silimba, Thilibba, Thilimba

carrubo

Il carrubo è un arbusto sempreverde con chioma tondeggiante e espansa. In Sardegna è conosciuto come Silibba e si trova soprattutto nelle zone orientali e meridionali. Non supera mai l'altezza di 10 metri. La sua crescita è lenta ma può vivere fino a 500 anni. Vive nei territori più caldi della macchia mediterranea accompagnandosi a olivastro, palma nana, fillirea maggiore, lentisco, mirto e altre specie arbustive ed erbacee. 
I frutti, le carrube, maturano tra agosto e settembre dell’anno seguente alla fioritura, che va da agosto fino all'inverno più freddo (gennaio-febbraio). Essi sono dei baccelli simili a quelli delle fave, lunghi fino a 20 cm e larghi 2-3 cm nel cui interno troviamo fino a 15 semi di carruba che, una volta essiccati, vengono macinati per la produzione della farina di carruba,  dal sapore di cioccolato, con cui si confezionano prodotti da forno e  biscotteria. Ma anche liquori e sciroppi.

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Castagno

Kastangia, 'astanza

ricci di castagno

Il castagno è un albero imponente, con lunghe fogli seghette e con frutti racchiusi in ricci spinosi che si schiudono da ottobre a novembre. I suoi fiori fioriscono a maggio fino a tarda estate: quelli maschili si presentano lunghi e gialli, mentre quelli femminili sono meno evidenti. La sua corteccia, bruno-rossa, si presenta rugosa e screpolata.
Cresce nelle zone montane fra i 700-1000 m di altitudine, in particolare nel Gennargentu, prediligendo i substrati silicei. Si ritiene che buona parte delle superfici forestali a castagno siano derivate da una rinaturalizzazione di antiche coltivazioni abbandonate nel tempo.

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Erica

Scopa mascius, sabina femina, tuvura, Era, Kastanariu, Iscoba

Erica arborea

Il paesaggio sardo, in primavera, si veste di tanti colori. Tra la macchia spuntano anche i piccoli fiori penduli dal color bianco crema dell'erica arborea, un piccolo arbusto sempreverde,  appartenente alla famiglia delle EricaceaeLa sua fioritura si ha fra gennaio e marzo con fiori bianchi o rosati, come campanule, riuniti in infiorescenze a grappolo, dal profumo elegante.

L'arbusto si presenta con una corteccia rossastra, e numerosi rami a portamento quasi eretto. Le sue foglie sono aghiformi, coriacee e persistenti, sono di un verde scuro brillante.
Mentre i suoi frutti sono capsule contenenti numerosi piccoli semi. 

L'erica arborea resiste al passaggio del fuoco emettendo nuovi getti dalla radice. Il suo è un ottimo legno per lavori al tornio o di intarsio. E i suoi “ciocchi”, i ceppi radicali, molto duri e poco combustibili, vengono utilizzati per la fabbricazione delle pipe di erica bianca. Le venature del legno risultano più evidenti con la lucidatura. 

E' chiamata anche la scopa dei boschi perché con le sue fronde si costruivano scope grossolane, per le aie e per gli ovili. Dal ceppo radicale d'erica sarda si confezionavano le pipe, considerate le migliori del mercato.

L’Erica non viene utilizzata in cucina, ma è una pianta mellifera, molto amata dalle api che bottinano i suoi fiori e ci regalano un miele scuro e dal profumo delicato e sottile dalle grandi qualità organolettiche. Plinio, già in tempi passati, lo soprannominò miele ericeo.

 

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