Scopa mascius, sabina femina, tuvura, Era, Kastanariu, Iscoba
Il paesaggio sardo, in primavera, si veste di tanti colori. Tra la macchia spuntano
...Fare i biscotti a mano è un'occasione di festa, soprattutto se ci sono i bambini che si impiastricciano le mani e si imbiancano le braccia e i capelli di farina. Quante risa e quante chiacchiere, una musica che riempie il cuore ♥
Non vedo l'ora che arrivino i miei nipotini per le vacanze, così posso impastare i biscotti e fare una grande festa.
Ecco la ricetta per la pasta frolla che viene utilizzata come base per i biscotti della nonna: spolverati con zucchero a velo oppure farciti con marmellata o con crema di cioccolata. La pasta frolla è, anche, la base di crostate classiche alla marmellata.
Quali sono i biscotti più buoni della nostra infanzia? Vi ricordate quando la domenica mattina, dopo la Messa, andavamo a salutare la nonna e ci offriva i biscotti morbidi? Avevano un profumo delicato e ad ogni morso si facevano ancora più buoni.
Sono i Savoiardi, i tipici biscotti soffici di origine piemontese che in Sardegna vengono chiamati più comunemente Pistockeddos o Biscotti di Fonni perché è nel cuore della Barbagia e in particolar modo a Fonni che se ne vanta una produzione centenaria.
Ottimi da consumare anche con il caffè-latte o con il tè, i fragranti biscotti fonnesi sono molto più soffici dei cugini tradizionali piemontesi, che sono un po' più piccoli e tostati.
La preparazione dei savoiardi sardi non è semplice, ma se si seguono tutti i passaggi in maniera precisa, si rispettano le dosi e i modi, i risultati non mancheranno.
La ricetta di InsulaGolosaRicette è quella di un secolo fa, tramandata dalle donne sarde di generazione in generazione.
Ci sono delle giornate invernali che sembrano non finire mai. Per strada solo qualche viandante frettoloso, in cerca di un posticino riscaldato. La fievole luce del sole passa attraverso i vetri delle finestre.
Mi piacerebbe sentire qualche nota profumata per vivacizzare la casa.
In dispensa ci sono arance vaniglia e tarocco, e forse anche dello sciroppo di amarena. Mi viene in mente di fare le caramelle gelatinose, con il cuore morbido, come quelle che nonna teneva nella credenza del salotto buono e le portava fuori solo per noi nipotine.
♥
InsulaGolosaRicette ripropone, ancora una volta, la tradizione del cibo fatto in casa, con un occhio di riguardo alla frutta abbonante in dispensa.
In Sardegna in tutti gli orti domestici si trovano gli agrumi in grandi quantità: arance, limoni, mandarini ma anche altre specie di frutti come le melagrane amarognole. Difficile consumarli tutti, ma possiamo trasformarli e gustarli in versione Bobò ovvero caramelle gommose alla frutta che più ci piace oppure allo sciroppo preferito ♥
C'era una volta una jana, molto curiosa. Viveva le sue giornate nel bosco e sulla riva del fiume. Arrivò la primavera e il bosco si risvegliò con tutta la sua luce. Gli uccellini cantavano dalla mattina alla sera, i fiori selvatici sbocciavano regalando spettacoli colorati ma la jana sentiva che un silenzio sovrastava ogni cosa.
Era tanto tempo che non vedeva più i bambini nel bosco. Qualche volta si nascondeva dietro le rocce nella speranza di udire le risa e la gioia dei piccoli amici, ma le giornate passavano sempre uguali. Così le notti. L'allegria rumorosa dei bambini non echeggiava più nel bosco.
Il vento le aveva raccontato che i piccoli passavano tanto tempo dentro palazzi illuminati. Avevano tanti i cuccioli con cui passare il tempo libero ma erano pupazzi di peluche. Le raccontò che passeggiavano in grandi strade dove il rumore delle auto era così forte che alcune volte non sentivano neanche la loro stessa voce e che avevano gli occhi sempre incollati ad un piccolo aggeggio che emanava luce.
Pensierosa come mai prima, attraversò il bosco seguendo un sentiero in salita. Arrivò sino alla vetta della montagna. Il panorama era bellissimo. La luce del sole accarezzava le valli fino ad adagiarsi sui profili delle case in città. Lì in quei palazzi vivevano i bambini, apparentemente felici, con le loro comodità tecnologiche, ma la jana sapeva che i loro cuori cercavano qualcos'altro.
Così le venne un'idea. Avrebbe preparato un dolce speciale, simile a quelli che i bambini mangiavano in città.
Il suo, però, sarebbe stato molto, molto più buono, e ad ogni morso. i bambini avrebbero scoperto un mondo fantastico: il bosco, gli alberi, gli uccelli, gli animali domestici e selvatici, gli insetti e le farfalle.
Non so se il ciambellone sia un dolce della tradizione sarda, ma a casa mia era il dolce della domenica, dei compleanni o di altre occasioni festive. La sua sola presenza in tavola suscita ancora oggi emozioni festaiole nella mia famiglia, per altro fortunatamente numerosa.
Sarà per la sua forma armoniosa e... benaugurale, sarà per il suo profumo di burro, zucchero e... spensieratezza, sarà per la sua fetta alta, soffice e... invitante, il ciambellone di casa non tradisce mai le aspettative dei commensali.
Lo adoro e lo considero tra i miei dolci preferiti perché mi riporta, anche solo col pensiero, alle persone a me più care.
Un detto dice che "Non tutte le ciambelle escono col buco", ma noi, Casalinghe, disperate mai ♥ siamo sicure del contrario, soprattutto quando si usano gli utensili giusti come il fornetto Versilia.
I grandi panificatori e pasticceri ci dicono, anche, che per ottenere un prodotto perfetto occorre pesare tutto alla perfezione, come se lavorassimo in un laboratorio chimico.
Ogni volta che li sento o li leggo, mi viene da sorridere perché le nostre nonne, esperte in tutto senza nessun titolo accademico, non pesavano mai gli ingredienti e non avevano tanti degli attrezzi che abbiamo nelle nostre case. Mia madre preparava, e qualche volta ancora oggi, gli infarinati e i dolci con l'unità di misura che io chiamo "a occhio". Non so per quale magia le riuscivano sempre, così come le altre donne di famiglia e le amiche di casa.
Forse le janas dei boschi avevano sussurrato ai loro orecchi i segreti più antichi ♥
Nel cuore della Sardegna, un antico borgo si fa padrone del versante occidentale del Gennargentu. E' Desulo. Il suo fascino inizia nel centro storico, un gioiello di piccole case in scisto con ingressi e finestre contornati d’azzurro quasi fossero immutati nel tempo. Così come il costume tradizionale, dai colori sgargianti, una vera un'eccezione per le donne sarde, ricamato con tessuti preziosi, quali il velluto, damasco e scarlatto (panno di lana rosso).
E non finisce mai di stupire. I colori dei boschi circostanti variano a seconda delle stagioni e della luce del sole.
A fine estate, aromatiche e polpose, le nocciole di Desulo cadono dall'albero senza mallo, a un grado di maturazione corretta già di natura. La tradizione vuole che la raccolta sia compito delle donne con i bambini più piccoli.
Ed è in omaggio ai più piccoli che InsulaGolosaRicette vi propone la ricetta della Crema al cioccolato e nocciole di Desulo, una vera delizia per i bambini e non solo.
Nelle case in ladiri, (i mattoni di terra cruda), accanto ai camini accesi, le donne appendevano i cestini di asfodelo, intrecciati a mano, decorati con nastri di raso e ritagli di damascato. Erano gli unici oggetti preziosi che potevano permettersi, ma nonostante la semplicità della casa, erano delle artiste in cucina.