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Ruju che frusciu
(rosso come le bacche del pungitopo)

Pungitopo

Nel freddo dell'inverno, la macchia mediterranea e il sottobosco si macchiano di rosso.

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Carnevale, ogni dolce vale

Casalinghe disperate... mai♥

Fruttini di mandorle

Cestini sardiUn tempo, l'unico divertimento dei bimbi era scorrazzare per i campi e per l'orto; giocavano a nascondino, si arrampicavano sugli alberi da frutta e facevano a gara a chi raccoglieva verdure più colorate e vistose. Ritornavano a casa sporchi e affamati, e come nelle favole le giovani mamme li aspettavano nella cucina che odorava di zucchero e mandorle. Dopo aver sentito i rimproveri in silenzio e si sedevano zitti sulle seggioline di legno e guardavano, con occhi vispi le mamme severe che preparavano i dolcetti di mandorle ricoperti con una cappa colorata, dalle forme più svariate, i fruttini sardi: pesche, fichi d'India, pere, mele, fette di angurie, i piccoli preziosi tanto amati dai bambini.   

Per preparare i fruttini sardi occorre grande pazienza e maestria che le donne sarde sanno mette in mostra dando sfoggio ad un'arte spettacolare, degna di una galleria.
Ad onor del vero, furono gli arabi a portare in Sardegna e in tutto il Mediterraneo questo dolce così particolare! Pensate alla Frutta Martorana, tipico dolce siciliano, molto simile ai nostri fruttini per sapore e forma.


InsulaGolosaRicette vi propone la ricetta tradizionale che non è molto semplice da realizzare, ma vi dice anche che una volta presa la mano, il divertimento è assicurato. É un po' come giocare con i colori e con l'arte.

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Gallette sarde

gallettinasDa piccola andavo spesso in campagna, nella casa dei miei nonni a Saramau. Mia Nonna Totona era la classica donna sarda. Comandava lei. Originaria di Abbasanta, era figlia unica del bisnonno, carabiniere a cavallo, vanto di tutta la famiglia. Credo che la nonna avesse ereditato da lui, quel suo carattere deciso, quasi autoritario.
Nonostante la sua fama, con me e le mie sorelline, era sempre affettuosa. Il ricordo più nitido che ho di lei, è la raccolta delle uova nel pollaio. Le mie sorelle più grandi di me, da brave fifone, avevano una paura terribile delle galline, mentre io me la spassavo a rincorrerle, in lungo e in largo... 

Così ogni volta che preparo i biscotti che tutti chiamano gallette sarde, per la loro forma che ricorda la cresta delle galline, ripenso a lei, a nonna Totona, e con la fantasia mi ritrovo felice in campagna. Che dire, non si smette mai di essere bambini.

InsulaGolosaRicette vi invita a preparare questi biscotti deliziosi al palato e molto genuini che fanno felici tutti.

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Ghiaccioli rossi di Arborea

Ghiaccioli rossiNei campi inondati dal sole spiccano le piccole fragole rosse tra il verde dell'erba bagnata. Si mimetizzano tra le ortiche e le margherite. Poco lontano le angurie, tutte in fila, si godono i raggi roventi.  La primavera è arrivata e la campagna è in festa. E si fa festa anche nel piccolo borgo di Arborea, nel Campidano Oristanese dove ogni anno, durante la Sagra delle fragole, tra fine aprile e i primi di maggio, gli agricoltori ringraziano la madre terra per aver regalato loro i frutti rossi della passione. 
Durante una sagra ha luogo la fiera locale, il mercato e vari festeggiamenti per promuovere le fragole e le altre produzioni di eccellenza, tipiche di Arborea, come le angurie e i meloni. 
InsulaGolosaRicette vi consiglia una semplice ricetta per preparare in casa dei piccoli dessert a base di fragole e anguria, i ghiaccioli rossi di Arborea che faranno felici i bambini ma anche i più grandi.

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Gattò di mandorle

gattò

pavoncella

...Era la vigilia delle nozze di Maria.[...] Nel focolare e sui fornelli le caffettiere grillavano, nelle stanze superiori della casa spandevasi un forte profumo di dolci e di liquori; sui tavolini, sui letti, sulle sedie, su tutti i mobili stavano grandi vassoi contenenti torte dai vivi colori e gattòs, specie di piccole costruzioni moresche di mandorle e miele.

pavoncella

Così Grazia Deledda, nel romanzo La via del male, racconta l'atmosfera di una casa dove fervono i preparativi di un matrimonio. Nella descrizione parla di piccole costruzioni moresche di mandorle e miele, che non sono altro che i croccanti di mandorle che conosciamo come gatò, gattò, gattou, gateau. Credo che sia importante il riferimento alla cultura araba moresca. Secondo alcuni infatti il gattò avrebbe origini arabe o spagnole, moresche appunto.

Oltre al semplice gattò casalingo, ad Oliena e a Selargius vengono confezionati i castelli di gattò croccanti, le cui  decorazioni ricordano i fregi moreschi di palazzi e moschee, tipici dell'arte islamica sviluppatasi in Andalusia e nel Maghreb.
Nell'isola di Sardegna, la dominazione dei Mori ha avuto una grande influenza culturale e sociologica, se poi i Mori erano Quattro, non c'è altro da dire. 

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Gueffus

Gueffus

Una leggenda popolare vuole che i gueffus, i raffinati dolci a base di mandorle, siano legati a storie di guerre e glorie medioevali. Il termine Gueffus deriverebbe da Guelfi, i fedelissimi del Papa che combattevano contro l'Imperatore. Il loro simbolo erano le torri dei castelli, merlate quadrate, che tanto ricordano le frange dei lati estremi della carta velina che avvolge i dolcetti.
Il nome gueffus è in realtà una derivazione dallo spagnolo "huevos", che richiama la forma ovoidale del dolce.

La realizzazione dei gueffus è molto semplice. Il trucco per una buona riuscita è sempre nella scelta di ingredienti di ottima qualità. InsulaGolosaRicette vi spiega come realizzarli.

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