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Scopa mascius, sabina femina, tuvura, Era, Kastanariu, Iscoba

Erica arborea

Il paesaggio sardo, in primavera, si veste di tanti colori. Tra la macchia spuntano

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Carnevale, ogni dolce vale

Casalinghe disperate... mai♥

Sbriciolata di ciliegie

torta ciliegie villacidro

Gli antichi dicevano che le ciliegie appartengono agli uccelli.
Noi, poveri umani, dobbiamo semplicemente accontentarci di quelle che loro ci lasciano... 
Ricordate quante volte da piccoli ci siamo arrampicati sugli alberi per gustare le ciliegie?
Mio nonno, in campagna, aveva tantissimi ciliegi e ogni primavera era una festa. Con le mie sorelline intrecciavo collane e orecchini da esibire con puerile vanità e qualche volta ci veniva pure il mal di pancia per tutte quelle ciliegie che avevamo ingurgitato. Che tempi! 

Così quando Anna Pittau, la  dolce jana di Villacidro, mi ha raccontato di un dolce con le ciliegie, ho rivissuto quei giorni di bambina.
E subito dopo, mi sono rivista, adulta, a passeggiare sù per i monti di Villacidro, fino alla Valle di Villascema dove la gente del posto coltiva i ciliegi dai frutti colore arancio perlato e un po' amarognoli, ma molto gradevoli. Appartengono alla specie del "prunus cerasus" o ciliegio acido, una specie selvatica molto presente in Sardegna da cui discendono le varietà da frutto conosciute come amarene, maraschevisciole.

All'ombra dei ciliegi di Villascema si trova anche la chiesetta campestre di San Giuseppe; fu costruita nel 1744 per volere del signorotto spagnolo, Lucifero Piras. Passò, poi, in eredità agli eredi con il vincolo che venisse aperta in occasione della festa del Santo. Ancora oggi ogni anno, nel mese di giugno, la chiesetta viene aperta ai fedeli, e nella piazzetta si offrono le gustose ciliegie.


InsulaGolosaRicette ringrazia Anna Pittau per la sua ricetta: la Sbriciolata di ciliegie di Villacidro.

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Scorze di arance al cioccolato

scorze di arancia e cioccolato

L'isola di Sardegna è spesso associata al sole e al mare. Vi svelo però un segreto: l'inverno arriva anche nell'isola più bella del mondo e quando le montagne e le sue vette più alte si colorano di bianco, il paesaggio assume un aspetto particolare, direi quasi nostalgico. 
Una coltre di neve, soffice e silenziosa, imbianca ogni cosa. Gli animali, nascosti nelle loro tane in una quiete calma, dormicchiano aspettando che il sole riscaldi ancora. Tutto tace. Il silenzio è rotto solo dal canto del pettirosso che si posa sugli aranceti profumati e cinguetta fino a sera. Non ha paura del freddo e del vento. Ama inebriarsi del profumo delle arance e dei mandarini, dei sentori del bosco e dell'odore della legna bruciata nei camini di casa.
L'aria densa dell'inverno è avvolta dalle note frizzanti degli agrumi che corteggiano il pettirosso e solleticano il nostro appetito. 

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Se(b)ada, sole sardo

seadas

La Sardegna è terra di magia e alchimia, di leggende e di ricette misteriose, custodite e tramandate di generazione in generazione in gran segreto. Le donne di casa, ancora oggi, creano piatti dal gusto autentico, con ingredienti semplici; il formaggio pecorino fresco, la semola e lo strutto sono sufficienti per preparare un sole dorato, che inondato di miele, è capace di far sognare e innamorare. Ma cos'è? È la sebada o qualsivoglia seada

Anticamente era considerata una piatto unico per la sua completezza, ora è nella lista dei dolci più richiesti.

Il suo nome cambia a seconda delle zone di produzione e deriva dallo spagnolo cebara, ovvero "cibare, alimentare".
Secondo alcune testimonianze locali, deriverebbe invece dal grasso animale che, in origine, veniva utilizzato per la sua realizzazione, su ozu seu, ricavato dal grasso degli ovini.

Nato dove la pastorizia regnava sovrana, le se(b)adas erano il piatto delle feste più importanti, Pasqua o Natale, quando i pastori rientravano a casa dagli ovili dopo lunghi periodi e preparavano il formaggio pecorino fresco. Le donne, felici per il ritorno degli uomini, impastavano la farina con acqua e strutto, cantando le poesie in limba, la lingua sarda.

InsulaGolosaRicette vi propone la ricetta originale della seada, il dolce dalla forma del sole che illumina il gusto e la tavola.

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Scorzette di arance candite

CanditiIl sole, la luce, il profumo degli agrumi appena raccolti: sono le immagini che si imprimono nella memoria pensando alla Sardegna nei mesi più freddi dell'anno.
Tra i tanti agrumi, il posto d'onore spetta all'arancia: un frutto acidulo di solito di colore arancione, con buccia spessa e tempestato di semi, ricco di vitamina C e di fibre.

La sua pianta è un antico ibrido, probabilmente di mandarino e pummelo, ma da secoli cresce come specie autonoma e si propaga per innesto e talea.

La leggenda vuole che San Domenico intorno al 1220 avesse portato e piantato la pianta di arancio dolce in Italia, ma sicuramente gli spagnoli e gli arabi hanno dato un significativo contributo alla coltivazione delle arance amare e poi dolci nell'isola, grazie al clima caldo e temperato. 
Il nome arancia deriva dallo spagnolo "naranja" e dall'arabo  نارنجnāranğ,  letteralmente "frutto favorito degli elefanti" che  indica l'arancia amara appunto. In Sardegna abbiamo diversi modi per definirloaranzu, arangiuarrubiuruiuruggiu... 
Tra le cultivar bionde più comuni ricordiamo: Biondo comune, Belladonna, Navel, Navelina, Washington Navel, Valencia late; tra le sanguigne: Moro, Sanguinello comune, Sanguigno e Tarocco, prodotte soprattutto nel territorio di Muravera e di San Sperate dove ogni anno la bellissima sagra onora questo frutto meraviglioso.
Nelle tavole delle famiglie sarde viene c
onsumata come semplice frutto e in spremute ed è presente in molte ricette tradizionali grazie a suo raffinato profumo e al sapore intenso. La sua buccia, ricca di oli essenziali è l'ingrediente base per la realizzazione di liquori e bevande, senza dimenticare le scorzette candite, ottime per decorare i dolci tipici.
In questa pagina InsulaGolosaRicette  vi spiega come preparare le Scorzette di Arance Candite.

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Semifreddo all'ananas

Semifreddo ananas

Ricordo che da piccola, la frutta esotica era un lusso che poche persone potevano permettersi, perché nelle bancarelle del mercato era difficilissimo trovarle.
Banane, kiwi, ananas, avocado erano, per me ragazzina, richiami di terre lontane, di mete da sogno che volevo raggiungere con i miei viaggi.

Mi bastava guardarli, sentire il loro profumo e mi ritrovavo nelle isole tropicali o nelle foreste equatoriali, protagonista di quei telefilm che vedevo in tv, ogni domenica pomeriggio.

Ora capisco che l'isola dei miei sogni è la mia isola, la Sardegna ♥
Che dire, sognare era il mio passatempo preferito e a dir il vero, lo è ancora, così come la mia passione per i dolci.

Anche Sara, la nostra Casalinga disperata... mai è un'amante dei dolci e non disdegna mai di prepararne uno, se poi è esotico e alla frutta fresca, merita gli applausi di tutti  ♥

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