slide6.jpg

Kastangia, 'astanza

ricci di castagno

Il castagno è un albero imponente, con lunghe fogli seghette e con frutti racchiusi in ricci spinosi che si

...

Carnevale, ogni dolce vale

Casalinghe disperate... mai♥

Il silenzio, la notte, il mare

hotel capo spartivento

pavoncella

Questa notte il mare è calmo, si può scrutare l'orizzonte dalle finestre aperte e la brezza calda del levante muove lentamente le tende di lino della mia stanza.
Lo spicchio di luna è luminoso nel cielo fermo. Sarà perché è estate, sarà perché sono in vacanza ma questa notte è una vera notte.
Mi lascio andare alla fantasia e attorno a me tutto si ferma e tutto si muove. Mi affaccio nuovamente alla finestra e guardo il mare che si illumina e si spegne. Allora capisco che è il faro che vive, che pulsa nella notte. Si accende e si spegne. Come la luce di una stella nell'universo infinito. Un attimo di luce, un attimo di scuro. Un bagliore poi il buio, ma un buio tenue perché la luna fa da padrona nel cielo e si riflette sull'acqua.
Immagino di essere il guardiano di questo faro e ritrovo in me un senso di libertà che non sapevo di avere, dimentico gli affanni della vita, il caos della quotidianità e penso che vivere a contatto con la natura sia la fonte di energia più potente che il creato potesse regalarci. É una sensazione forte e dolce allo stesso tempo, è una linfa che sale nelle vene.
Nulla è più completo che stare da soli con se stessi. É un cerchio che si chiude.
Vorrei fermare quest'attimo ma all'orizzonte il vento comincia a spirare e il mare si increspa. É un libeccio ancora più caldo che annienta la mente. Mi allontano dalla finestra e mi avvicino al letto ancora intatto. Questa notte è la mia notte, è il mio rifugio sospeso tra il cielo e il mare.
Ma questo non è solo il mio sogno.

 

Curiosità: Con “Sardegna Fari” è nato il progetto dell’Agenzia di Conservatoria delle coste e degli assessorati degli Enti Locali della Regione insieme al Fai, WWF e Legambiente. L’obiettivo è recuperare le strutture abbandonate da anni (circa 40) dislocate lungo tutta l’isola, per reinserirle nel patrimonio storico sardo.
Tra le soluzioni proposte c’è quella di far rivivere l’esperienza dei guardiani del faro: dormire, cucinare e mangiare all’interno del faro e assaporare l’identità perduta di un mestiere dimenticato nel tempo. 

Insula Golosa Ricette

finestra insulagolosaricetteInsulaGolosaRicette è un luogo di incontro di amanti, amici e cultori del Mangiar Bene Made in Sardegna. L'isola azzurra risplende maggiormente quando i profumi della natura si incontrano con quelli della cucina.
Vi invito quindi a imbandire la tavola di InsulaGolosaRicette con storie, aneddoti e favole, perché ogni piatto tramandato per secoli è la sintesi della cultura e dell'esperienza degli uomini e delle donne della Sardegna. Gente vera e sincera che ha amato la terra e il mare, ha lavorato, pregato... e mangiato.
Abbiamo quasi dimenticato il piacere di stare a tavola: quel momento così magico da dedicare ai cari e agli amici, ma soprattutto a noi stessi. Con InsulaGolosaRicette è un po' come stare a tavola, è un cerchio dell'amicizia e del divertimento, dove un'atmosfera particolare si crea con la giusta compagnia, il buon cibo e il buon vino.

Leggi tutto...

L'isola che c'è

La Sardegna è un’altra cosa: più ampia, molto più consueta, nient’affatto irregolare, ma che svanisce in lontananza. Creste di colline come brughiera, irrilevanti... D. H. Lawrence

costa_nebidaEsiste al centro del Mediterraneo un pezzo di paradiso, chiamato Sardegna: è l'isola che c'è e custodisce uno scrigno di bellezze naturali stupefacenti.
Il primo incontro con l’isola, è la vista delle sue splendide coste con fondali trasparenti e acque cristalline: scogliere a picco si alternano ai delicati litorali sabbiosi, a volte bianchi oppure rosa.

Gli occhi e l'anima si colmano di azzurro e di smeraldo, il cielo e il mare si confondono. Poi arriva la notte che non cela altre scoperte, con il tramonto lo spettacolo continua. Il calarsi stanco del sole al di là di scogliere rosse o viola, è difficilmente descrivibile a parole. Solo occhi pronti a gustare l’essenza meravigliosa della natura possono spiegarlo.

Ogni spiaggia è la più bella e non si sa mai quale preferire. Ma la Sardegna, come dice una nota pubblicità, non è solo mare.

bosco di marganaiUna leggenda vuole che i sardi siano molto gelosi della loro terra ed è per questo che non hanno mai permesso ai "forestieri" di addentrarsi nell'entroterra.

E' proprio qui che si esprime la sua vera identità e la sua magia. Si scopre un mondo inaspettato, fatto di montagne d'argento e di boschi infiniti, abitati da cervi, mufloni e cinghiali; sorvolato da aquile e gheppi innamorati; profumato di timo e di orchidee selvatiche, colorato da praterie di ciclamini viola e di elicriso giallo.

Come nei romanzi di avventura le scoperte si susseguono in ogni pagina, così anche nell'isola che c'è.

Ed ecco che si scopre un proto-nuraghe, (un nuraghe con struttura architettonica più massiccia rispetto a quello "classico"), tra i muschi e i licheni esposti a nord.
  Un tempo era rifugio dei banditi e fuggiaschi, ora riposa silenzioso nel bosco. Tra le foglie secche del leccio si intravede una piccola volpe in cerca di cibo, ma poiché teme i curiosi, si nasconde velocemente in una cava naturale.

Le montagne guardano immobili, avvolte dalla natura che pulsa di vita. Il rumore del vento e il silenzio della neve si alternano al cinguettio degli uccelli in primavera, regalando luoghi magici abitati da fate, ciclopi e grandi narratori.

Una grande emozione, da vivere e sentire e soprattutto da raccontare, perché stare a contatto con la natura, seguire il vento e le nuvole, guardare il cielo da una spiaggia, o il volo degli uccelli attraverso i rami di un albero, assaporare i cibi locali e ascoltare i racconti degli anziani è un lusso che ormai solo pochi possono godere.

Non è solo un viaggio

Porto Botte

Ok. Cartina alla mano e decisioni immediate. Da che parte andiamo? Niente di più difficile! Siamo in Sardegna, le strade sono poco segnate, i cartelli stradali confusi, i distributori di benzina quasi inesistenti per diversi chilometri.
Ma non ci scoraggiamo. Siamo appena arrivati sull'isola. Siamo al Porto. Cagliari si staglia bellissima con la sua veste rosata e ci sorride.  Riordiniamo le idee e riassumiamo.
Il mare è da tutte le parti, il sole nasce sempre a est e tramonta a ovest, il Gennargentu è al centro e tutto intorno è un alternarsi di borghi, di nuraghi, di castelli disabitati, di ricoveri di pastori e di campi coltivati.
Prendiamo direzione sud ovest. Il tramonto ci precede e lo seguiamo felici. L'avventura è incominciata. Ci sentiamo un po' californiani in pantaloncini a fiori e magliette colorate. Andiamo incontro al mare.
Ma qui ci sbagliamo perché prima ancora di vedere il mare,  il cuore si riempie di immagini e di colori. Alberi, macchia mediterranea, rocce fantastiche e miniere abbandonate si mostrano disincantati ai nostri sguardi. Siamo sbalorditi da tanta bellezza.
La notte sta per arrivare, all'improvviso due cervi saltano la strada abbagliati dai fanali delle nostre auto. Per un istante penso che non è reale, penso che la stanchezza sta prendendo il sopravvento ma poi capisco che siamo in Sardegna e tutto è possibile.

É come nelle storie che mi raccontava mia nonna quando ero bambina. Suo padre, carabiniere a cavallo di Abbasanta, percorreva i pendii più impervi a caccia di banditi o di avventura, ma il più delle volte trovava peonie appena sbocciate o cuccioli di volpe nascosti ai predatori. Lei mi raccontava di donne che lavavano i panni al fiume e la sera preparavano la minestra con il finocchietto selvatico e il lardo del maiale lasciato essiccare per giorni nel posto più fresco della casa. O delle domeniche, quando i giovani uomini indossavano gli abiti di festa e andavano a Messa per incontrare le ragazze. Penso ai film di Tornatore e ai racconti di Grazia Deledda, è un tutto susseguirsi di flash back e sensazioni.

É notte fonda. Siamo arrivati in paese. Prendiamo possesso di un piccolo appartamento al centro storico, ci sistemiamo alla meglio e ci diamo la buona notte prima di andare a letto. Realizzo che sono di nuovo a casa. Il profumo di mirto selvatico è nell'aria e assaporo la vacanza appena iniziata; decido che domani mattina andrò al panificio a prendere su civraxiu appena sfornato per preparare la colazione.

L'InsulaGolosa è qui per noi.

Siamo...

Fiori di campoSiamo sardi
Siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi.
Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese.
Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.
Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell'immensità del mare.
Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.
Noi siamo sardi
.

Grazia Deledda

Bucconis

murici

Anticamente la pesca dei murici era praticata tantissimo perché dal piccolo mollusco si ricavava la porpora reale, secreta da una ghiandola; il liquido inizialmente giallastro, una volta riscaldato diventava di un colore rosso acceso, inalterabile, adatto alla colorazione di tessuti naturali come lana, cotone e lino con cui si confezionavano stoffe e arazzi. I murici erano, e lo sono ancora, preziosissimi perché da ogni esemplare si può estrarre solo una goccia di colorante.

 

Leggi tutto...

Gamberetti al finocchietto

gamberetti

Nei lunghi mesi invernali i pescatori, seduti sulla porta di casa, intrecciano a mano le nasse di giunco e di mirto o di altre essenze selvatiche. Le mani bruciate dal sale e dal vento ripetono a memoria gli stessi gesti, anno dopo anno, perché intrecciare le nasse è di buon auspicio per la pesca dei mesi a venire, in particolare per la pesca dei gamberi.

In inverno i piccoli crostacei vivono e si riproducono nelle grotte profonde. Nelle notti d'estate i pescatori, memori dei racconti dei pescatori più anziani, calano le nasse solo in alcuni fondali e i gamberi, ingannati dalla forma della cesta simile alle pareti rocciose delle loro tane, vi restano intrappolati.

E' una pesca antica e selettiva, ancora praticata nei piccoli porticcioli di paese dove il pescato è considerato un dono del mare e della natura. 
InsulaGolosaRicette vuole rendere omaggio ai pescatori nostalgici che amano il mare  e lo rispettano proponendo la ricetta dei Gamberetti al finocchio selvatico, da presentare come antipasto o come contorno.

Leggi tutto...

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta.

Approvo