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Kastangia, 'astanza

ricci di castagno

Il castagno è un albero imponente, con lunghe fogli seghette e con frutti racchiusi in ricci spinosi che si

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Carnevale, ogni dolce vale

Casalinghe disperate... mai♥

Pasta con asparagi selvatici

pasta_asparagiL'asparago selvatico (in sardo sparau, arbanau, brondau) è una pianta della macchia mediterranea reperibile in tutta l'isola. I suoi germogli vengono raccolti a primavera nelle campagne e nei luoghi incolti per farne ottimi primi di pasta, risotti e frittate.

Da alcuni anni è stato riscoperto il gusto di passeggiare in campagna e la raccolta degli asparagi selvatici è diventata una vera passione per godere degli ultimi giorni d'inverno, quando le giornate sono ancora fredde ma il sole si fa sempre più spazio. Pensate, si fanno persino le gare tra amici, per la conquista del mazzo più grande. Indovinate qual è il premio!

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Pasta pomodori camone e basilico

Pomodori CamoneIl Camone sardo dal gusto acidulo e zucchero è ottimo se utilizzato al naturale in insalata o nei piatti di pasta fredda, condito con un filo di olio extravergine di oliva che ne esalta le caratteristiche organolettiche.

InsulaGolosaRicette vi invita a preparare la Pasta fredda di pomodori camone e basilico, ma se non riuscite a trovare il camone potete utilizzare altri tipi di pomodoro come quello perino.

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Sa Suppa Cuata

 stazzo

Sa suppa cuata, la zuppa nascosta, è il piatto più conosciuto della gastronomia gallurese ed è il primo per eccellenza nei pranzi nuziali; nasce nella Gallura di fine ‘700 ancora spopolata, selvaggia e dedita al solo allevamento di capi vaccini: le prime greggi di pecore appariranno un secolo dopo. I suoi ingredienti, il brodo e il formaggio, sono prodotti della pastorizia bovina. La particolarità antropologica di questa pietanza, è che si è trasformata nel tempo da piatto povero a piatto ricercato, degno di eventi sociali, e non è rimasto relegato alla quotidianità casalinga. Diverse leggende e racconti ruotano intorno al suo nome. Alcuni sostengono che si chiama zuppa nascosta, perché al suo interno nascondeva prelibati pezzi di carne; secondo altri perché le massaie la nascondevano sotto i cannovacci di cotone a "riposare" in modo che tutti gli ingredienti si amalgamassero a puntino.

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Cous Cous Carlofortino

cashcàNell'isola di Carlofortea sud ovest della Sardegna, in uno scenario mozzafiato, tra l'azzurro del mare e il borgo colorato, si può gustare il cous cous alla carlofortina, detto anche cashcà.

Carloforte fu fondata nel XXVIII secolo da esuli liguri stabilitisi in precedenza nell'isola tunisina di Tabarka, che praticavano la pesca del tonno e del corallo. La sua gastronomia è quindi, un mix di tradizioni liguri, nordafricane e sarde.

I sapori intensi e ricchi delle verdure vengono esaltati dalle spezie e dal  peperoncino piccante secco, tipico delle isole mediterranee. 

Molto simile al cous cous è la fregula, detta anche fregola o freula, ovvero un tipo di pasta di semola ottenuta mescolando a mano, ininterrottamente in un grosso catino di coccio, la semola e  l'acqua di fonte con aggiunta di sale. Viene poi tostata in forno. La fregula, proprio come il cous cous, è disponibile in varie dimensioni e si presenta sotto forma di palline irregolari.

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Favata Sassarese

Legume originario dell'Asia, la fava è molto amata nell'isola. Gran parte delle famiglie isolane la coltivano negli orti di campagna e in montagna, lontano dai centri abitati. La sua semina avviene in pieno inverno per averne la raccolta in primavera, periodo in cui si consumano le favette fresche. Durante l'inverno invece vengono utilizzate le fave secche per piatti succulenti a base di verdure e di carne suina.

Fave secche

InsulaGolosaRicette ha scelto per voi la Favata Sassarese, un piatto del nord Sardegna, a base di fave secche, anticamente considerato povero poiché era alla portata dei contadini e dei pastori, ma oggi riconosciuto tra i piatti più ricercati dai buongustai e amanti del gusto.

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Su Mazzamurru

pane al sugoSu mazzamurru è un piatto della tradizione popolare considerato tra i più "poveri", ma gli ingredienti freschi e genuini lo promuovono tra le pietanze più ricercate. Il sapore del pane e pomodoro racconta storie di uomini e donne che lavorano nei campi e la sera rientrano a casa. In cucina le donne preparano il brodo e gli uomini tagliano il pecorino sorseggiando un bicchiere di cannonau. Potrebbe essere la scena di un film o di un libro di Niffoi, fatto sta che nei nostri cuori ci sarà sempre un'immagine come questa; uno di noi, nella sua cucina che prepara la cena per i suoi cari. Gustare per credere!

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Ravioli di ricotta e asparagi

ravioli ricotta e asparagiCosì, per caso, come se ci fosse un richiamo tra le anime belle, incontro una jana di Villacidro, Anna Pittauche con grande cuore ha condiviso con noi una ricetta antica di sua madre a base di ricotta fresca, a cui lei ha aggiunto gli asparagi selvatici, rendendola così molto particolare. 

Il periodo degli asparagi selvatici è a fine inverno, quando i primi raggi di sole, che annunciano la primavera, scoprono i teneri germogli verdi, con cui preparare la ricetta di Anna,Ravioli di ricotta e asparagi.

Non solo, con eleganza e discrezione  Anna ci dice che se non ci piace qualcosa, possiamo cambiare la ricetta! Ma c'è nessun motivo per farlo, perché gli ingredienti sono tutti genuini e locali, proprio come piace a noi ♥
Anna ci dà, poi, un consiglio a cui non avevamo pensato: ovvero congelare i ravioli di ricotta e asparagi, così che possiamo gustarli durante tutto l'anno perché gli asparagi, come detto si trovano solo alla fine dell'inverno. 

Buon appetito ♥

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Malloreddus alla campidanese

pasta malloreddusIs Malloreddus, gnocchetti sardi, rappresentano una delle forme più tipiche di pasta sarde. "Malloreddus" deriva dal termine Malloru che nel sud Sardegna significa toro o meglio “vitello”. Probabilmente il nome è dovuto alla forma allungata con il dorso vuoto caratterizzato da rilievi zigrinati che ricorda la pancia dei piccoli vitellini tanto amati dai pastori. Gli ingredienti base sono semola di grano duro, acqua, sale e zafferano. I malloreddus alla campidanese sono un primo piatto saporito e gustoso, ottimo per chi ama i sapori rustici.

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Sgombro alla sarda

sgombro con aceto

Colore brillante, pelle soda, occhi grandi e lucidi... care lettrici e lettori, non fatevi ingannare, non è il principe azzurro.
Anche se il suo nome un po' gli somiglia, è un pesce di mare che non viene allevato, ma solo pescato, ricco di sapore e di omega3, facile da trovare in pescheria ed economico.

E' lo sgombro del Mar di Sardegna, un pesce azzurro di medie dimensioni, cugino del tonno, dalle proprietà nutrizionali sorprendenti.

Ricco di proteine facilmente digeribili, ha un apporto calorico modesto, con buone concentrazioni di minerali e vitamine. Surgelato o lavorato e inscatolato come il tonno, viene commercializzato anche fresco. Le sue carni tenere, lo rendono, infatti, molto versatile in cucina.

Il termine sgombro in dialetto sardo, assume diverse varianti: Pìsaru nell'Oristanese, ma anche Bìsaru a Siniscola, Surellu nel sud ovest e a Cagliari, Kavàlla o Pesce cavallo.

InsulaGolosaRicette vi propone un piatto molto diffuso in Sardegna. Scopriamo insieme la ricetta.

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Tonno rosso lesso

tonno lesso

La Sardegna, insieme alla Sicilia, vanta la presenza  di alcune tonnare ancora attive nel Mar Mediterraneo.

Storicamente le tonnare isolane avevano la massima concentrazione nel mare antistante al territorio del Sulcis. Ogni primavera fino a inizio estate, questo specchio di mare è, ancora oggi, palcoscenico della famosa "corsa" del thunnus thynnus, o tonno rosso. Il re dei tonni, il più grosso pesce azzurro di origine atlantica che compie lunghi viaggi migratori per deporre le uova in prossimità delle coste calde e tranquille del mar di Sardegna.

Per questo è chiamato anche tonno di andata, mentre in autunno tonno di ritorno perché torna nell'oceano. La sua qualità è altamente superiore agli altri tipi di tonno, che sono tutti delle sottospecie, anche se di buona qualità.

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Muggini in salsa rossa

Dove le acque del mare del Golfo di Oristano si uniscono con quella della laguna di Santa Giusta, troviamo un pesce dal colore argento, chiamato dai sardi Sa Lissa! Il suo nome scientifico è Mugil cephalus così come lo aveva classificato Linneo nel 1758. 

Il muggine o cefalo ama stare in branco ed è capace di sopportare notevoli variazioni di salinità. Si può trovare nelle acque salmastre delle lagune e delle foci dei fiumi, e in mare lungo le coste rocciose, le scogliere frangiflutti e le coste sabbiose.  

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In estate Sa lissa si sposta dalle lagune e dalle foci dei fiumi fino al mare aperto, per tutto il periodo riproduttivo. Pescato in queste acque è un pesce semigrasso e le sue carni sono molto digeribili e ricche di proteine e di omega 3. Notoriamente classificato di seconda scelta, il muggine non ha nulla da invidiare a altri pesci considerati superiori, come il branzino. Inoltre Sa Lissa non “sa di fango” come vorrebbe una cattiva reputazione, ad esso attribuita. 

Nell'isola viene utilizzato soprattutto per la produzione della bottarga, ma è protagonista di tanti altri piatti della tradizione come il Muggine alla sarda, in cui viene tagliato a pezzi, infilato in uno spiedino e condito con alloro, sale, pepe e una leggera passata di olio extravergine d’oliva, oppure il Muggine con patate profumato alla vernaccia e cotto in forno. 

InsulaGolosaRicette propone i Muggini fritti in salsa rossa, un piatto oristanese da consumare freddo nelle calde giornate dell'estate sarda. 

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Triglie in cartoccio

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Tra i tantissimi pesci che si possono gustare nell'isola, troviamo le triglie, una tra le specie più sfruttate nel Mediterraneo.

I pescatori sardi, sempre più consapevoli che la pesca su larga scala ha portato loro solo danni, stanno rivalutando l'utilizzo della piccola pesca tradizionale più rispettosa del mare, e stanno adottando la cattura del pesce con le reti da posta fissa.

I metodi di pesca sostenibile portano in tavola pesci e triglie un po' costosi ma garantiscono un prodotto sano e gustoso per la salute nostra e dei mari. Facciamoci anche noi custodi del patrimonio marino e chiediamo sempre, al pescivendolo di fiducia, la provenienza e il metodo di pesca del pesce sul banco.

La triglia ha un gusto delicato e, come quasi tutto il pesce, richiede poco tempo per essere cucinata. InsulaGolosaRicette propone le Triglie al cartoccio, un secondo piatto facile da realizzare e ottimo da consumare in compagnia, magari gustando un buon vino bianco.

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Triglie alla Vernaccia sarda

Piccoli pesci da scoglio, colorati di rosa e arancio, come i loro cugini salmoni, si divertono a nascondersi nelle grotte sott'acqua.

Sono le triglie di scoglio, molto apprezzate per le loro carni pregiate. Vengono pescate in tutto il Mediterraneo, per soddisfare la creatività di chef e cuoche di casa, in tutte le località che si affacciano alla costa.

In Sardegna la triglia da scoglio viene preferita a quella di fango per il suo sapore più deciso. Un detto sardo recita: No es donzi die a triglia, non si mangia triglie tutti i giorni, a testimonianza della preziosità del prodotto.

Diverse ricette rendono onore a questo pesce; tra le tante InsulaGolosaRicette propone la Triglia alla Vernaccia, da realizzare con ingredienti tipicamente locali: la triglia sarda e la stupenda Vernaccia di Oristano.

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Cozze in tegame

cozze_marinaraProfumo di Mediterraneo. Sentore di brezza di mare. Richiami delle onde infrante. Sapore di molluschi nel piatto.
Aggrappati alle rocce crescono e diventano lucenti come i vetri di ossidiana del Monte Arci.

Nascondono al loro interno, una deliziosa sorpresa dal color giallo sole dal sapore inconfondibile. Sono le cozze della Sardegna, un prodotto certificato che garantisce al consumatore, l'acquisto sicuro di cozze allevate nel mare di Sardegna, controllate e depurate. 

InsulaGolosaRicette, amante dei prodotti locali e delle tradizioni, propone un secondo piatto marinaro, Cozzasa a sa Schiscionera, cozze sarde in tegame, consapevole che la ricetta non è un'esclusiva isolana, perché già conosciuta e amata in altri paesi, come la Francia e la Spagna, oltre che in gran parte dell'Italia. La sua unicità sta nell'ingrediente base: unico, saporito e nostrano, in breve, le cozze sarde.

  

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Grigliata di mare

Sardine_arrostoLa grigliata di mare è per le anime voraci, per i difensori del cibo mangiato con le mani, per chi ama l'odore del fumo della brace. Quindi, non abbiate paura di sporcarvi le dita. Potete sempre profumarle con l'elicriso o con il rosmarino selvatico. 
Nella gastronomia sarda le grigliate di pesce occupano un posto d'onore grazie alla varietà del pescato che ci viene regalato in ogni stagione dal dio Nettuno, in persona.
InsulaGolosaRicette ci racconta come preparare la grigliata di mare seguendo le antiche usanze casalinghe quando le famiglie si riunivano per le feste e si accendeva il fuoco per arrostire il pesce appena pescato. Così iniziava la festa nella festa.

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